Massimo De Santis, ex arbitro, in esclusiva ai nostri microfoni: “Vorrei vedere dei direttori di gara più decisi, che tornino a fare il loro lavoro”
Nel post partita di Monza-Milan Alessandro Nesta ha chiesto di cambiare il modo di arbitrare e tornare a qualche anno fa. Una richiesta che presto potrebbe essere avanzata anche da altri allenatori. Nelle ultime settimane, infatti, le polemiche sono aumentate e anche in questo weekend non sono mancate le discussioni nel primo giorno dei partite. Al centro della discussione proprio il derby lombardo per il fallo fischiato, dopo l’intervento del Var, di Bondo su Hernandez, e Udinese-Juventus.
La nostra redazione ha contattato in esclusiva l’ex arbitro Massimo De Santis per fare il punto della situazione sulle ultime decisioni arbitrali e capire se il Var può essere utilizzato in modo differente.
De Santis non ha dubbi: “Bondo-Hernandez? Non era fallo”
Massimo De Santis, Nesta ha chiesto di tornare all’arbitraggio di qualche anno fa. Condivide queste parole?
“Io credo una cosa: stiamo assistendo sistematicamente ogni domenica a prese di posizioni dei club contro gli arbitri. Questo dovrebbe far riflettere in epoca Var. Il calcio odierno, soprattutto in Italia, sta portando a fischiare poco per poi magari tornare indietro con la tecnologia. Ecco, io vorrei vedere un po’ direttori di gara un po’ più decisi, che tornino a fare il loro lavoro. Penso che ci sia bisogno di dare vita ad una scuola su come si arbitra, si sta in campo. Ormai si sta perdendo il senso della percezione del fallo“.
L’episodio al centro della discussione è quello tra Bondo e Hernandez. Giusto fischiare fallo?
“Secondo me è un fallo che non va mai fischiato. Vediamo in molte partite interventi più eclatanti che non vengono sanzionati. Se si considera fallo il contatto tra Bondo e Hernandez, il parametro dell’intensità viene a cessare. In una gara abbiamo almeno 80-100 episodi simili. Se il leggero sfioramento porta al fallo, allora la partita rischia diverse interruzioni“.
Negli ultimi tempi stiamo assistendo anche a valutazioni diversi da partita a partita. C’è bisogno di una linea comune?
“Ho la sensazione che si cerca sempre di giustificare l’opera della singola partita, ma questo viene poi smentito la settimana dopo. Ci vorrebbe una linea di condotta identica un po’ per tutti. Purtroppo non ci siamo. Sembra che l’arbitro non sia più parte del gioco, ma semplicemente un soggetto avulso“.
Stiamo vedendo arbitri con poca personalità magari rispetto a qualche tempo fa.
“Io credo che la personalità che si è vista fino a Calciopoli, oggi è presente in pochissimi arbitri. Prima era una delle doti principali in Italia. Ora penso che i direttori stranieri hanno maggiore personalità. Si è perso il rapporto tra l’arbitro e il calciatore“.
“Il Var va utilizzato in modo diverso”
In più stiamo vedendo un utilizzo di un Var diverso rispetto a quanto immaginato in un primo momento.
“Io sento gli audio anche per curiosità e si sta andando su troppa discussione. L’utilizzo in Italia è diverso da quello che si fa in Champions. Secondo me al Var ci deve essere un arbitro e un assistente non in organico. In più lo utilizzerei solamente per un gol non gol oppure per il fuorigioco. Per il resto metterei due o tre chiamate a squadre e fare arbitrare l’arbitro“.
Altro tema che fa molto discutere sono le espulsioni per magari una svicolata. Anche qui forse alcune decisioni si possono definire esagerate.
“Sono stato in campo e oggi si è propensi a punire un episodio se lo si vede rallentato. È normale che a velocità diversa la sensazione è un’altra. L’entrata in scivolata fa parte del gioco e per me bisogna lasciare giocare. Secondo me c’è bisogno di istruttori tecnici che vadano a spiegare agli arbitri come si sta in campo, la posizione. Vedo arbitri correre male, posizionarsi peggio e prendere decisioni senza avere la prospettiva giusta“.