Le parole significative di Marcell Jacobs su Filippo Tortu dopo la scoperta di essere stato spiato dal fratello di quest’ultimo. Cosa pensa il campione italoamericano in proposito.
Marcell Jacobs e la vicenda spionaggio subita da Giacomo Tortu, fratello di Filippo Tortu. Se n’è parlato con una certa enfasi, e del resto la questione fa molto scalpore. Martedì 25 febbraio, Italia 1 dedicherà la sua prima serata al secondo episodio di “Le Iene Show”, presentato da Veronica Gentili e Max Angioni. Tra i momenti salienti della trasmissione, ci sarà un’intervista esclusiva con lo stesso Marcell Jacobs, campione olimpico di Tokyo 2020 sia nei 100 metri che sui 400 metri a squadre.

La trasmissione Mediaset ha passato due giorni pieni con Jacobs, che da qualche anno ha preso residenza a Jacksonville, in Florida. Lì c’è tutto quello che gli serve per allenarsi e per stare al massimo della forma. L’atleta sta preparando il suo ritorno sul palcoscenico internazionale, dopo la delusione di Parigi 2024. Il suo obiettivo è riconquistare il titolo di uomo più veloce del mondo.
Marcell Jacobs e Tortu, come stanno le cose
Dopo un periodo di sfide personali e professionali, Jacobs ha scelto di trasferirsi negli Stati Uniti per costruire una nuova vita, lontano dalle pressioni e dalle aspettative che lo circondavano in Italia. L’italo-americano (visto che è nato negli Stati Uniti, in Texas, Marcell Jacobs può godere della doppia cittadinanza, n.d.r.) ha madre italiana di Vicenza ed è cresciuto a Desenzano sul Garda, in provincia di Brescia. A volte lui per primo ha scherzato sul fatto di sembrare statunitense in tutto e per tutto, e di tradire questa impressione una volta aperta bocca, visto che il suo inglese non è stato perfetto, fino a qualche tempo fa.

Lui sentiva la necessità di fuggire e solo un cambiamento radicale avrebbe potuto dargli la scossa necessaria. Inevitabile parlare anche della vicenda che riguarda indirettamente pure Filippo Tortu, per quanto fatto dal fratello di quest’ultimo. Nonostante le voci che suggerivano una rivalità tra i due, Jacobs ha voluto chiarire: “Filippo è sempre stato una figura importante nel mio percorso. All’inizio, lo percepivo come un avversario senza possibilità di poterlo battere. Ed invece sono riuscito a trovare la forza mentale per superare quei limiti. Questa evoluzione mi ha portato a diventare il numero uno”.
Però il successo ha portato con sé anche delle ombre. Dopo la vittoria a Tokyo, Jacobs ha dovuto affrontare insinuazioni riguardo a presunti doping, una questione che lo ha toccato ma che ha affrontato con determinazione: “Dopo Tokyo, alcuni hanno messo in dubbio le mie prestazioni. Per me, pensare di barare è incomprensibile. Non mi importa di arrivare ultimo, ma non posso accettare di essere accusato di qualcosa che non ho mai fatto”.
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Un padre mai presente
Un altro aspetto della vita di Jacobs che emerge nell’intervista è il suo rapporto con il padre, un tema delicato e complesso. Il padre, un militare americano, abbandonò la famiglia quando Marcell era ancora un bambino, lasciando un vuoto profondo nella sua vita.

“Non ho mai avuto una figura paterna e questo ha creato in me una paura inconscia di essere abbandonato da chi amo. L’assenza di mio padre mi ha segnato”, ha rivelato Jacobs.
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Dopo anni di silenzio, grazie alla guida della sua mental coach, Marcell ha trovato il coraggio di ricucire il rapporto con il genitore. “Quando ho rivisto mio padre, mi sono sentito più leggero, ma la sua assenza al mio matrimonio è stata un duro colpo. Ho capito che per lui sarebbe stato troppo difficile partecipare”.





