Pescara (3-5-2): Fiorillo; Coda, Fornasier, Perrotta; Fiamozzi, Brugman, Coulibaly, Machin (78’ Falco), Balzano; Cappelluzzo (70’ Cocco), Bunino (57’ Mancuso). A disposizione: Savelloni, Crescenzi, Mazzotta, Elizalde, Gravillon, Carraro, Pettinari, Baez, Yamga, Capone. Allenatore: Massimo Epifani
Carpi (3-5-1-1): Colombi; Capela, Poli, Ligi; Di Chiara, Sabbione, Jelenic (46’ Verna), Mbaye, Pachonik (75’ Bittante); Garritano (65’ Concas); Melchiorri . A disposizione, Serraiocco, Brunelli, Brosco, Calapai, Giorico, Palumbo, Saric, Malcore. Allenatore: Antonio Calabro.
Reti: 10’ Sabbione
Arbitro: Marco Serra di Torino (Imperiale-Rocca/Pezzuto)
Ammoniti: Mbaye, Ligi
Epifani tenta il 3-5-2 per recuperare la gara contro il Carpi rimandata per neve e per raddrizzare le sorti del suo Pescara, alla seconda in panchina: Bunino-Cappelluzzo l’insolita coppia offensiva, Machin all’esordio biancazzurro in mediana. Ospiti con l’ex Melchiorri come terminale offensivo.
Partita già in salita per il Delfino dopo soli 10 minuti: discesa sulla destra di Pochonik e cross perfetto per l’inserimento centrale di Sabbione che, con un’incornata senza sbavature, sovrasta Coda e la mette dove Fiorillo nulla può. 0-1. Ma i padroni di casa non si danno per vinti e Brugman, al 18’, ci prova con la botta da fuori ma impatta contro i guanti di Colombi. Gli emiliani sfruttano l’arma veloce del contropiede e al 27’ arriva l’apertura per Di Chiara che, dalla sinistra, sgancia il traversone: determinante l’uscita a pugni alti di Fiorillo nel mucchio. Il Pescara tiene il possesso e cerca riscatto al 36’ Machin cerca la soluzione personale: rientra dalla sinistra e la tira a giro, mandandola di poco a lato. Nel finale di frazione, ci provano anche Bunino, dal cuore dell’area, e Brugman da fuori: murato il primo, abbondante il secondo tiro.
Epifani rientra in campo confidando nella crescita dei suoi, Calabro cambia una pedina: Verna per Jelenic. Non cambia, però, lo spartito carpigiano: subito un contropiede che Di Chiara, dalla sinistra, chiude con un radente diagonale che si allarga di poco dal palo destro. Fotocopia l’azione, al 53’, Melchiorri, ma a due metri dalla porta tira il freno e cerca di scaricarla dietro, permettendo il recupero difensivo. Reagisce il team adriatico 2 minuti dopo: Fiamozzi spinge sulla destra e mette la palla dentro, Cappelluzzo arriva in scivolata in area piccola ma la svirgola all’indietro. Il tecnico pescarese cerca la svolta con Mancuso per Bunino e la verve aumenta. Se ne giova, al 63’ Cappelluzzo: scambio stretto con Machin e tiro dalla lunetta che arriva sull’esterno della rete. Calabro replica con Concas per Garritano e ne gode altrettanto Melchiorri: prolunga una verticale il neo-entrato al 68’, l’ex controlla in palleggio, si gira dal limite e fa fischiare una freccia accanto alle orecchie di Fiorillo, che la guarda uscire sul fondo. Epifani prosegue la shakerata e mette dentro anche Cocco per Cappelluzzo (fin qui solo 14 minuti per il lungo cagliaritano) e Falco per Machin. Mancuso in testa, tutti gli innesti accrescono a dismisura la quantità del Pescara nel finale: piovono palloni come una tempesta davanti a Colombi, che deve fare gli straordinari per evitare i tap-in sottoporta. Assedio in piena regola negli ultimi istanti dei 4 minuti di recupero, ma il Carpi si chiude a riccio e rintuzza una vera e propria sassaiola.
Meritava il pari, ma il miglior risultato di Epifani, più che azzardato sia nell’undici iniziale che nei cambi in corsa è quello di aver dato quella scossa che, da più parti, era richiesta a un Pescara sulla strada dell’agonia: emblematico il raduno per catechizzare a centrocampo i suoi a fine partita. Qualità superiore quella del Carpi, ma l’impegno del Delfino, almeno rispetto alla recente versione zemaniana, è ben invidiabile.