Il professor Giuseppe Capua, medico sportivo e presidente della Commissione Antidoping della Federcalcio, in esclusiva: “Cataldi è stato fondamentale”
Edoardo Bove, centrocampista della Fiorentina colpito ieri da un malore nel corso della sfida contro l’Inter, è ricoverato in terapia intensiva all’ospedale di Careggi. Il giocatore, che si era improvvisamente accasciato al suolo nel primo tempo del match che si stava disputando al Franchi, è stato estubato nelle prime ore di questa mattina e ha iniziato a rispondere alle domande dei medici.
Cosa è accaduto al calciatore della Fiorentina? Cosa ha causato quel malore? Era preventivabile, e soprattutto, riuscirà a tornare in campo? Domande che da ieri circolano nella testa degli addetti ai lavori, degli sportivi e di tutti gli appassionati. Vedere un ragazzo di ventidue anni cadere improvvisamente a terra e manifestare quel tipo di problematica, ha portato numerose persone a porsi degli interrogativi. “Purtroppo nella nostra salute c’è un ignoto che è quasi impossibile andare a scrutare”, dichiara in esclusiva a Abruzzo.Cityrumors Giuseppe Capua, medico sportivo e responsabile antidoping della Figc.
Dottor Capua, cosa è successo ad Edoardo Bove?
“Difficile dirlo: chiaramente bisognerà attendere gli esami che i medici dell’ospedale Cariggi faranno nelle prossime ore e che chiariranno alcuni aspetti chiave”.
Al momento è quindi impossibile immaginare cosa sia successo?
“Può essere accaduto tutto: un problema cardiocircolatorio, che riguarda quindi il cuore, come potrebbe essere una crisi epilettica. Si tratta di situazioni assolutamente imponderabili, che in atleti super controllati, si nascondono nei meandri di alcuni problemi di salute difficilmente riscontrabili. Ecco perchè è impossibile fare delle diagnosi al momento”.
E nei prossimi giorni?
“Andrà valutata perfettamente la sua condizione: capire se Bove ha riscontrato delle problematiche che andranno rivalutate o se sarà considerato a tutti gli effetti guarito. Una cosa mi preme sottolinearla…”
Quale?
“E’ stato fondamentale l’intervento del suo compagno di squadra Danilo Cataldi. Quando ci sono queste manifestazioni, si serrano i denti e c’è il rischio di non riuscire a portare avanti la respirazione. Cataldi ha fatto la cosa più intelligente in quel momento: ha aperto la bocca di Bove, permettendogli di tornare a respirare. Poi è stato portato in ambulanza. Ma la riapertura della bocca, in quei secondi così convulsi, è stata fondamentale”.
La domanda che tutti si pongono: come è possibile che atleti iper controllati e sottoposti a continui esami, possano manifestare problemi di questo tipo?
“Purtroppo c’è un ignoto nella nostra salute, che è sempre difficile andare a scrutare: può capitare a chiunque. E’ capitato in passato al povero Astori, che nonostante si fosse sottoposto a dei controlli importanti, ha avuto quei problemi durante la notte. Probabilmente una tachicardia ventricolare parossistica che ha portato alla sua morte. Quello che è successo ieri è ancora sotto esame: bisogna valutare se si tratta di un problema cardiologico o neurologico, come se fosse un’epilessia. Gli esami fatti stanotte e che verranno ripetuti nei prossimi giorni, ci daranno sicuramente un quadro più chiaro”.
Potrebbe essere stato decisivo anche lo scontro avuto con Dumfries pochi istanti prima? A distanza di poco, Bove si è accasciato a terra…
“Difficile dirlo, ma mi pongo una domanda…”
Quale?
“Quante botte prendono i giocatori nel corso di una partita? Quanti scontri ci sono tra calciatori nei novanta minuti di gioco? Se ogni scontro fosse così nocivo, sarebbe un problema. Io mi auguro davvero di no: comunque per avere un quadro più completo bisognerà attendere lo scioglimento della protesi e che il ragazzo venga controllato e sottoposto a nuovi esami, per valutare essenzialmente due cose: se ci sono stati dei danni e se questa problematica emersa ieri può essere diagnosticata”.
Questo problema si è manifestato in Italia, una nazione dove i controlli sono molto più rigorosi rispetto alle altre nazioni…
“Io non so come vengono controllati i calciatori che giocano nelle altre nazioni, ma so che in Italia il certificato di idoneità per l’attività agonistica è una cosa seria ed è obbligatorio. Il giocatore non può svolgere nessuna attività sportiva se non ha una certificazione specialistica, medico-sportiva fatta secondo tutti i criteri di legge e sanitari. Noi siamo stati accusati di essere stati troppo severi e pignoli. Ma ben venga la pignoleria e la severità, se si trattano argomenti seri come quelli legati alla salute. E purtroppo abbiamo visto che, nonostante questo tipo di attenzione, non si riescono ad escludere tutti i problemi che possono sorgere”.
E possibile oggi sbilanciarsi e provare a immaginare il futuro di Bove? Se potrà o meno tornare a giocare a calcio?
“Impossibile farlo oggi. Ci sarà una grande cautela e il calciatore dovrà sottoporsi a percorsi specifici per fare delle valutazioni più precise. Tra un pò di tempo lo scenario potrà essere più chiaro, ma oggi è impossibile sbilanciarsi su previsioni di questo tipo”.