Si è spento all’età di 86 anni uno dei giornalisti più apprezzati in Italia. Ma ha avuto un piccolo record negativo: ecco di cosa si tratta
Il mondo del giornalismo piange Bruno Pizzul. Una notizia arrivata come un fulmine a ciel sereno che ha scosso tutti gli appassionati del calcio. Il telecronista si è spento all’età di 86 anni. Una morte che lascia un vuoto incolmabile considerato che molti di noi sono cresciuti con i suoi racconti.
Una carriera che non era iniziata proprio da giornalista. I primi passi con il pallone Pizzul li aveva mossi proprio sul terreno di gioco da calciatore. Poi un infortunio al ginocchio lo ha costretto a rivedere un po’ i piani anche se da parte sua non c’era alcuna intenzione di abbandonare questo sport. E da qui la scelta di raccontare le partite. Una decisione che alla fine si è rivelata vincente considerato il fatto che è diventato uno dei simboli del calcio italiano.
Addio a Bruno Pizzul: la sua carriera
Come spiegato, la carriera di Bruno Pizzul è iniziata da calciatore. Poi l’infortunio ha un po’ cambiato le cose e si è dedicato al mondo del giornalismo. Una carriera che lo ha portato a raccontare diverse partite e imprese, ma anche episodi che sono rimasti negativamente nella storia del calcio come la tragedia dell’Heysel. Ma purtroppo ha un grande rimpianto: quello di non essere mai riuscito ad accompagnare la nazionale italiana fino al trionfo.
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La sua carriera si è interrotta proprio nel 2002, a distanza di pochi anni da Berlino. Forse è questo l’unico rammarico di una lunga avventura che ha portato Bruno Pizzul ad essere la ‘voce’ dell’Italia del calcio per oltre un decennio. Anche se lui ha sempre detto di essere stato molto felice di quanto fatto.
Oggi la sua morte ha lasciato un vuoto incolmabile nel mondo del calcio. Negli ultimi tempi aveva deciso di vivere in provincia di Udine e lasciare un po’ le luci della ribalta. Ma nessuno si aspettava una notizia simile. Il cordoglio è stato immediato e nel prossimo weekend lo si ricorderà su tutti i campi. Lo sport italiano perde una voce indimenticabile e uno dei simboli degli anni ’90, ma le sue telecronache resteranno comunque nella storia e nei ricordi di tutti noi.
