Bari (4-2-3-1): Donnarumma, Contini, Salviato, Rossini, Donati, Defendi, Romizi, Stevanovic, Wolski (60’ De Luca), Caputo, Galano. In panchina: Guarna, Micai, Ligi, Calderoni, Filippini, Stoian, Minala, Partiplo, Rozzi. Allenatore: Devis Mangia.
Pescara (4-3-3): Fiorillo (26’ Aldegani), Grillo, Pucino, Cosic, Zuparic, Nielsen (72’ Bjarnason), Memushaj, Selasi (76’ Pires), Melchiorri, Politano, Sowe. In panchina: Pesoli, Salamon, Maniero, Pasquato, Pogba, Torreira. Allenatore: Marco Baroni.
Reti: 30’ Memushaj (rig), 87’ De Luca
Ammoniti: Rossini, Salviato, Donnarumma, Memushaj, Grillo, Melchiorri
Arbitro: Daniele Chiffi di Padova (Marinelli-Carbone)
Al San Nicola, Baroni scende con le ginocchia che tremano e tintinnano contro la panchina che scricchiola, dopo la scoppola interna incassata dal Carpi. Il turno infrasettimanale non aiuta il tecnico toscano a riordinare le idee, né la contestata società: hanno risuonato colpi di mazze contro le vetrate della sede del Delfino subito dopo la sconfitta di sabato scorso. Si prova a rinfrescare le linee: Memushaj e Selasi tolgono lo spazio in mediana a Pires e Bjarnason, Sowe trova un esordio da titolare in attacco accanto a Melchiorri e Politano.
Ed è il giovane colored a far sentire il primo sussulto biancazzurro, con una conclusione dal limite che, troppo centrale, al 10’ finisce tra le braccia del portiere barese Donnarumma. Non stanno a guardare i padroni di casa, impegnati a spingere sulle fasce e con Stevanovic sugli scudi, ma i pericoli per il Pescara sono maggiormente intestini: Pucino e Fiorillo si scontrano tra loro in area su un calcio di punizione al 20’, rimangono entrambi a terra a lungo, poi Fiorillo deve passare i guanti al terzo Aldegani. Ko il portiere biancazzurro, non il resto della truppa baroniana che riesce a passare in vantaggio alla prima sortita in area avversaria: lanciato in profondità Melchiorri che sfonda sulla destra, Rossini gioca all’elastico con la sua maglia e commette fallo da penalty, Memushaj trasforma dal rigore con un destro a fil di palo che spiazza Donnarumma. 0-1. Delfino coraggioso una volta in avanti, Nielsen prova a raddoppiare al 34’ con una sassata dai 25 metri ma cicca completamente la mira. Di tutt’altra stoffa la pronta risposta di Donati, che dalla stessa distanza a porte invertite trova una parabola magica per insidiare Aldegani che vola a deviare sul fondo con la mano di richiamo. Poi, sul corner battuto da Stevanovic, Caputo trova la deviazione di testa ma la alza sopra la traversa da zero metri. Biancorossi sempre più insidiosi, oltre che più compatti degli adriatici: al 39’ Salviato se ne va in contropiede galoppando sull’intera fascia destra (approfittando di un presunto infortunio di Politano) per disegna dal fondo un arcobaleno che chiama lo stacco di Wolski sul palo lontano, il terzo tempo è perfetto ma l’inzuccata termina clamorosamente sul fondo, con Aldegani che ringrazia i santi in paradiso. Gli tocca ringraziare il palo, al 43’, quando Stevanovic lo centra in pieno raccogliendo il cross di Stevanovic. Scintille e alta tensione nei 4 minuti di recupero, ma il Pescara torna negli spogliatoi in apnea.
E si apre la ripresa con un forcing dei galletti, inizia Romizi manca di poco il bersaglio con il destro da lunga gittata. Melchiorri, all’8’st, cerca di bagnare le polveri biancorosse con una volè su cross di Selasi ma riesce solo in un buco nell’acqua. Spinge sul gas il Bari, al 10’st: Stevanovic fa girare il destro dalla sinistra dell’area, Aldegani respinge non sicuro della presa alta, la palla torna buona per la percussione di Defendi che ritenta ma Aldegani in blocco basso è più saldo. Lo scacchiere di Baroni è completamente arroccato a difendere il vantaggio, mentre le pedine di Mangia attaccano senza tregua, collezionando, però, solo corner battuti in serie. Nemmeno la rovesciata di Galano al 22’st, imbeccata dal traversone dell’infinito Stevanovic, riesce a schiudere il riccio in cui si è chiuso il Delfino: l’acrobazia termina alta. Diventa Aldegani il pescarese più attivo: tra i suoi guanti finiscono più palloni di quanti ne possano impostare offensivamente i suoi compagni, per il dispiacere dei baresi alla disperata ricerca del pari. E anche il più utile, Aldegani, che al 40’st si tuffa a togliere dalla base del palo un diagonale radente scagliato al veleno da Defendi. Ma contro la legge dei grandi numeri non può nulla l’improvvisato eroe di serata: con i guanti consumati manda sul fondo la staffilata di destra di Donati partita da fuori area, dormita generale della difesa biancazzurra sull’ennesimo calcio d’angolo, De Luca riesce a saltare comodamente per mandare la palla del pari alle spalle di Aldegani di testa. 1-1. Caricato a molla il Bari, nel finale gli uomini di mangia vanno forsennatamente a caccia della rimonta completa: Galano si infrange nuovamente sui pugni di Aldegani. E invece è il Pescara a sfiorare la contro-beffa, con una fuga in contropiede di Politano che profuma di rete in extremis, ma un intervento in scivolata nega la gloria all’attaccante biancazzurro a meno 5 metri dalla porta. Ultima emozionante scena di un recupero lungo 5 minuti.
Difficile parlare di vittoria sfumata, dato che solo lo straordinario serale di Aldegani ha arginato un Bari dilagante nella ripresa e che, Penalty a parte, il Delfino ha raramente messo il naso in area avversaria. Eppure, considerate le acque in cui naviga il Pescara, un pareggio al San Nicola vale oro e placa le ansie di cui è carico Baroni.