“Io scelgo un’altra squadra, con la Roma sono nel massimo accordo e guiderò la Roma la prossima stagione”. La corda che ha tenuto i pescaresi in bilico per due settimane si è finalmente spezzata: Zdenek Zeman ha ufficializzato l’addio al club biancazzurro con una conferenza che ha portato nella sala stampa dell’Adriatico più giornalisti delle complessive 42 giornate di campionato. Più che la notizia, ormai scontata da giorni, è servita a ufficializzare le ragioni della partenza di Zeman. Le ragioni del cuore verso una squadra abbandonata 13 anni fa con l’amaro in bocca e la pedata della ‘cupola’ impressa sui pantaloni. Le ragioni dell’ultimo treno che passava per il 65enne boemo. Ma anche per spiegare ad una piazza rimasta ferita che il suo non è stato un tradimento.
Appena acceso il microfono, ancor prima di certificare il divorzio, come un fidanzato che lascia la ragazza perché l’ama troppo, Zeman ha detto: “Abbiamo fatto questo grande campionato grazie a tutta questa gente, alla società e ai collaboratori, a tanto entusiasmo e a tanta voglia di fare. E non posso dimenticare i tifosi: quello che ho visto dal bus scoperto (nel giorno della festa in città ndc) non l’ho mai visto e ringrazio tutta la gente di Pescara che ci ha sempre aiutato e ci ha portato in Serie A, dove spero che Pescara rimanga a lungo tempo”. Poi le parole marchiate a fuoco sulla pelle di chi lo amerà per sempre: “E’ stata sicuramente la migliore stagione della mia vita, come qui non sono mai stato da nessuna parte, né dentro né fuori dal campo, mi porterò nel cuore tutto di Pescara. Qui, dopo tanti anni, ho pianto: ci sono affezionato e spero di vedere Pescara sempre così”.
L’attestato di stima non manca nemmeno per quella squadra che lo ha riportato nel calcio che conta, dopo anni di ombre: “Dalla prima partita, quando abbiamo sofferto con il Verona, questa squadra ha sempre dimostrato grande carattere e voglia di fare risultati con tutti, non sempre ci è riuscita ma ha sempre risposto bene: non ho mai avuto problemi, sia all’interno che all’esterno”.
E allora, dinanzi a cotanto idillio, perché tornare a Roma? “Perché in passano non sono riuscito a fare con la Roma quello che volevo fare”, risponde uno dei tecnici più noti del panorama calcistico mondiale, rimasto però con la bocca all’asciutto da titoli di calibro, “ora mi si dà la possibilità di guidare una squadra con una storia importante, con tanta gente che partecipa, e visto che non sono più un ragazzino penso che sia l’ultima possibilità per guidare una squadra di livello e ambizione importanti”. E ai tanti che gli hanno chiesto di preferire Pescara, Zeman ha ricordato: “Nella capitale ci vivo da 18 anni, da sempre quando esco di casa la gente mi chiede di tornare”. Una considerazione che dovrebbe far tacere i cuori pescaresi, centinaia di migliaia spezzati insieme al sogno di poter vedere in Serie A la squadra guidata dal tecnico che ce l’ha riportata dopo 19 anni. Lui, Zdengo, cerca di consolarli: “Ho contato fino a centouno prima di accettare, mi sono sempre trovato bene qui, sia prima che durante che dopo il campo”. Ma la metà di quei cuori si sente tradita: “Sono stato contattato, mai direttamente, ma da diverse squadre quest’anno, ci eravamo anche seduti a parlucchiare del rinnovo con Sebastiani, poi è subentrata la nuova situazione”, insiste Doppiazeta, e il presidente Sebastiani gli dà manforte: “Sapevo da sei mesi che voleva rimanere a Pescara, salvo il passaggio di un treno chiamato Roma; qualche settimana fa ho incontrato Montella e mi ha accennato del suo riavvicinamento alla capitale, mi ero rincuorato, poi quel treno è passato ad alta velocità e il mister l’ha preso. E’ giusto così, è sempre un uomo, è una questione che va oltre i progetti e gli accordi economici, è bello trovare in questo mondo ancora qualcuno con un cuore”.
Immaginando Zeman, l’ex fidanzato, davanti alla piazza lacrimosa, si percepisce che tutte quelle parole non bastano, la smentita è d’obbligo: “Mi spiace che la pensino così, ma per me non ho tradito nessuno: avevo un contratto di un anno e alla fine di questo sono libero di andarmene. Ma porterà Pescara sempre nel cuore, non l’ho tradita”. Una fuga in dribbling, con le ultime settimane di scarsa chiarezza sulle intenzioni? “Di cosa dovevo parlare se non c’era nulla?”, dribbla ancora il boemo. Così, Zeman torna alla Roma, e non a Roma: “Non mi vedo nel progetto della Lazio”. Torna da Francesco Totti, che ha lanciato tra le stelle e continuato a vedere durante gli ultimi 13 anni; ma chiedergli di più non serve: “Sono ancora l’allenatore del Pescara, della Roma ne parlo la prossima settimana”, risponde. Del Pescara in A si, vuole rispondere: “Giovane e bello me lo immagino, spero che i rimangano per aiutare l’allenatore ad esprimersi al meglio come hanno fatto con me. E chi mi sostituirà, al contrario di quello che si dice, sarà avvantaggiato. Qui ci sono ragazzi come Insigne e Verratti che hanno qualità ed età per affermarsi nel grande calcio e fare una grande carriera”. Sempre che il nuovo allenatore della Roma non voglia portarsi qualche gioiello a Trigoria: “Non credo”, ribatte con l’ennesima dichiarazione d’affetto, “vorrei che il Pescara andasse avanti al meglio in Serie A”, e strappa l’ultima risata, “poi se qualcuno non serve al Pescara, può servire a me, ma la vedo difficile che me li lascino”.
Si conclude così l’addio del Boemo, magari un arrivederci. Il Delfino ora deve guardare avanti: “I mister cambiano, il Pescara resta”, parola del presidente Sebastiani.
IL VIDEO INTEGRALE: L’ADDIO DI ZEMAN AL PESCARA
Daniele Galli