Reti: 25′ Togni, 39′ Danilevicius, 5’st Scozzarella, 27′ rig. Immobile, 45’st rig. Erpen
Arbitro: Signor Massimiliano Velotto di Grosseto (Longo-Avellano)
Castellamare di Stabia. L’aveva detto Zeman, aveva premesso che la Juve Stabia sarebbe stata tignosa e che non avrebbe permesso il solito dominio tattico agli adriatici; e così è stato. Ma se il pareggio Braglia e i suoi se lo sono guadagnato, i primi tre punti ottenuti dopo 59 anni di asenza in Serie B sono un generoso omaggio dell’arbitro Velotto. Per i primi 15 minuti i biancoazzurri riescono a riflettere al viso aperto con cui giovano i campani; azioni senza sosta ma solo una forte conclusione dalla distanza di Insigne, alzata in angolo dal portiere. Fa un gran caldo sul manto sintetico del Romeo Menti, ma le formazioni non sembrano accusaro. Poi si aprono le danze giallo-blu: Anania prima nega la rete sotto porta ad Erpen, che tenta il tiro ad incrociare sul secondo palo, poi ringrazia l’arbitro che nega il goal a Danilevicius per fuorigioco: sui piedi del lituano era finita la corta respinta del portiere sul corner di Mezzavia.
La svolta è di marca adriatica: al 25’ il brasiliano Togni, oggi preferito in mezzo al campo a Kone, sfoggia il destro magico su punizione fuori area, la palla sfiora la barriera a giro e si ficca alla base del palo lontano da Colombi. Cinque minuti di lampi, poi il Pescara torna con i piedi ingessati, cedendo ai padroni di casa. Da un insolito contrasto al 39’, forse falloso, nasce il pareggio: Scozzarella ruba la palla a Togni sulla tre quarti giallo-blu, che rimane a terra mentre mentre prova a spazzare, si ferma la retroguardia abruzzese, Scozzarella invece serve sul limite Danilevicius che accorre a pareggiare col piattone destro. 1-1. La veemenza campana si alimenta con l’entusiasmo, e Danilevicius, dopo un solo minuto, vola in cielo a colpire potentemente di testa su corner, per fortuna di Anania e del Pescara la conclusione è centrale: parata, ma le vespe confermano l’alto ritmo del primo tempo. Ci si mette anche un punto fermo come Cascione a ciccare: errore sotto porta al 42’ che vale il nuovo vantaggio, ma il centrale schiaccia troppo la palla e la manda fuori dal bersaglio facile.
La ripresa parte amara: la mischia in area al 5’st, tra rovesciate e ponti di testa, restituisce comoda la palla lunetta a Scozzarella che la colpisce lesto di controbalzo, Anania fuori tempo e fuori causa. 2-1 e ribaltone completato. La gara continua avvincente: al 7’ st, Togni replica la punizione del primo goal, cambia palo ma non mirino, stavolta però il volo miracoloso del Colombi si concretizza e riesce a salvare l’incrocio dei pali. Pungenti e fastidiose le vespe per i delfini che paiono sbigottiti di fronte a tanta sfrontatezza offensiva. È Erpen uno tra i più indisiosi, brutto cliente per Balzano sulla fascia destra, mentre Sau conferma le preoccupazioni della vigilia espresse da Zeman. Il Pescara cerca reazione nel peggiore dei modi, con una serie di conclusioni distanti e improbabili. Poi uno spiraglio di speranza al 27’st, quando Baldanzeddu chiude il sandwich sull’inserimento di Insigne in area con una spallata troppo violenta: calcio di rigore, che Immobile trasforma centralmente per il 2-2. Uno spiraglio che si chiude ben presto, sommerso dalla carica grintosa della Juve Stabia. Al 34’ st Maury spicca di testa in area per l’efficace deviazione su un calcio di punizione, smanaccia male Anania, Raimondi spunta solitario per il tap-in ma sbaglia e mantiene il pareggio. Al 37 st’ Raimondi converge dal vertice dell’area biancazzurra, ottimo il tentativo a giro sul secondo palo ma la palla esce di un soffio dallo specchio della porta di Anania. Martellante, Erpen Erpen al 38’ st conclude dalla sinistra, stavolta il soffio si alza sopra la traversa: il Pescara trema e soffre ogni volta che la Juve Stabia supera la trequarti. Al 41’st arriva anche la bomba al volo di Cazzola dal limite e Anania riesce, temporaneamente a salvare il risultato deviando in corner. Poi è il direttore di gara a concretizzare il k.o. tecnico pescarese: al 43’st Bocchetti atterra Raimondi lanciato verso la porta, ma ben prima della linea bianca; espulsione sacrosanta per l’ultimo uomo, ma Velotto assegna il calcio di rigore, abboccando alla caduta di Raimondi oltre la linea. Batte Erpen dal dischetto al 45’. Il 3-2 è servito con il cucchiaio: il coraggio di Erpen certifica l’audacia di una squadra arrembante, che senza nulla da perdere ha giocato con i coltello tra i denti sin dal primo minuto. I quattro minuti di recupero non bastano alla disperazione del Pescara, che stavolta tanto ha da rivedere, ma a causa dell’evidente svista arbitrale si trova di fronte alla prima battuta d’arresto prolungata dell’era zemaniana. Festeggiano i campani, tornati a vincere in cadetteria dopo decenni di serie minori.
Daniele Galli