Chieti, successo per la tavola rotonda del centenario dell’AIA

tavola_rotonda_centenario_aia_chietiChieti. “Chi nasce arbitro continua a rimanerlo per tutta la vita. Oggi siamo risuciti a portare personaggi di rilievo sia della classe arbitrale, ma anche del mondo sportivo e della FIGC. Oggi è una giornata storica per la nostra sezione, questo speriamo che possa essere uno stimolo per i tanti ragazzi che si vogliono avvicinare al mondo arbitrale”.

E’ quello che ha detto nel pomeriggio il presidente della sezione di Chieti dell’AIA, nonchè vicesindaco del capoluogo teatino, Bruno Di Paolo, a margine della tavola rotonda che è stata organizzata al Teatro Marrucino in occasione del centenario dell’associazione. Grande presenza di pubblico, assente Rossella Sensi per sopraggiunti impegni istituzionali.

“Al di la di quello che si può pensare – ha detto Serse Cosmi – io non ho mai avuto un rapporto conflittuale con gli arbitri. E’ ovvio che nella mia maniera di pormi spesso può indurre a pensare che sia in contrapposizione con loro. Devo dire che con più di 100 partite da professionista in qualche occasione può capitare di andare oltre.  Però con loro ho avuto sempre un buon rapporto. Gli arbitri non li ho mai considerati come un problema del calcio. Prima erano considerati come gli unici responsabili, adesso ci sono pure gli allenatori che sono alla pari con gli arbitri, quindi sono in buona compagnia”.

“Stiamo vivendo un momento importante a livello nazionale – ha aggiunto il presidente nazionale dell’AIA, Marcello Nicchi – in cui gli arbitri stanno attraversando un momento positivo. Stiamo raccogliendo degli ottimi risultati, di altissima qualità attraverso le nuove regole. E’ un momento importante perchè l’associazione cresce, l’anno scorso abbiamo avuto 8.200 iscritti, quest’anno cerchiamo di eguagliare questo record. Più c’è quantità e pià c’è qualità. Poi abbiamo avuto un grande successo perchè c’è stata riconosciuta l’autonomia tecnica e possiamo portare avanti un discorso di serietà e cultura che vogliamo profondere nel calcio. Se vedremo un arbitro donna? Non è un problema della mia gestione, è un fatto che la ragazza deve possedere certi requisiti. Abbiamo avuto già degli assistenti donna. Dalla sezione di Chieti mi aspetto quello che mi aspetto anche dalle altre sezioni: che continuino a lavorare con lo stesso entusiasmo e mi aspetto che la passione venga divulgata e portata avanti. Credo che oggi gli italiani si rendano conto che portare i ragazzi a fare l’arbitro sia necessario non solo per il mondo del calcio, ma per far diventare i ragazzi degli atleti e degli uomini. Mi auguro che si continui su queste basi e che in seguito si possa vedere sventolata la bandiera di Chieti più di quanto non lo sia adesso”.

Francesco Rapino

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