Salvezza raggiunta nel Salento, Di Canio va via e il Lecce vuole Di Francesco. Niente male, tutto sommato, l’operato del buon Eusebio alla sua prima stagione in cadetteria. Tant’è che la Serie A non tarda a chiamarlo; il suo contratto con Peppe De Cecco, però, termina a giugno 2012. Nessun problema, anzi: la società dichiara apertamente che alle chiamate dall’alto non ci si può opporre. A malincuore, certo, ma lasciar andare via Di Francesco comporterebbe anche una buona contropartita in termini di risarcimento per la rescissione anticipata del contratto con il tecnico di Dragonara. La possibilità più fattibile sarebbe il riscatto del maliano Diamoutene, giunto in riva all’Adriatico a dicembre scorso in prestito proprio dal Salento, passando per Bari. Altrimenti, a finire a Lecce insieme al tecnico potrebbero essere un paio di giocatori, fruttando una ottima contropartita economica.
Cosa fatta dunque: l’accordo tra le parti sarebbe dovuto esserci stamattina, ma a quanto pare il rinvio a domani o mercoledì è solo una formalità, fitto infatti lo scambio di telefonate tra casa-Delfino e il ds leccese Osti. E dopo Di Francesco? In città impazza il toto-panchina: si parlava di Bortolo Mutti e Alessandro Calori, mentre una buona frangia di tifoseria inneggia al nome di Cetteo Di Mascio, tecnico autoctono che in passato ha fatto grandi cose con le giovanili; tutte subito sovrastate dalla figura imponente di Zdenek Zeman: un nome che evoca gioie e dolori e albi di filosofia calcistica, ma soprattutto legato a quello di Giovanni Galeone, tassello della storia pescarese insieme a d’Annunzio e Flaiano. Il boemo, in questi giorni in vacanza a Praga, cerca e vuole offrire conferme da mettere nero su bianco, per cui si attende il suo ritorno in Italia per parlare di concretezza e per chiarire la fondatezza delle voci che lo avvicinano a Grosseto e Atletico Roma. Alternativa papabile, Franco Lerda, reduce da una stentata stagione sulla panchina del Torino ed ex biancoazzurro desideroso di tornare all’Adriatico.
Daniele Galli