Entella (4-3-1-2): Iacobucci; Iacoponi (73’ Belli), Ceccarelli, Pellizzer, Keita; Palermo, Troiano, Staiti (76’ Volpe); Masucci (83’ Otin); Caputo, Di Carmine. In panchina: Paroni, Sini, Benedetti, Di Paola, Coppola, Mota. Allenatore: Alfredo Aglietti.
Pescara (4-3-2-1): Fiorillo; Vitturini, Mandragora (11’ Zuparic), Fornasier, Zampano; Torreira, Bruno, Benali; Pasquato, Caprari (52’ Cappelluzzo); Lapadula. In panchina: Aresti, Mazzotta, Diamoutene, Selasi, Acosta, Campagnaro, Mitrita. Allenatore: Massimo Oddo.
Arbitro: Fabio Maresca di Napoli (Colella-Olivieri)
Ammoniti: Troiano, Zuparic,
Altro scontro diretto per i play off che il Pescara va a giocarsi in casa dell’Entella: davanti c’è il Trapani al terzo posto a un punto, mentre la squadra di Aglietti incalza a meno 4, preceduta da Spezia e Bari. Oddo deve scalare più gradini possibili per piazzarsi meglio in chiave spareggi ma si ritrova con varie defezioni: Verre squalificato, Memushaj fermat dalla febbre altissima, con tanto di ricovero serale in pronto soccorso; fortunato il rientro di Benali in regia con Torreira, Campagnaro resta precauzionalmente in panchina, in difesa Mandragora e Fornasier, lì davanti il consolidato trio Pasquato-Caprari e Gianluca-fin qui 24 reti-Lapadula. Aglietti sconta le assenze di Costa Ferreira e di Cutolo, sulla trequarti va Masucci accompagnato dal temuto Palermo, alle spalle del tandem offensivo Di Carmine-Caputo.
Solo 49 secondi di gioco e l’Entella va al tiro grazie alla discesa sulla sinistra di Caputo, Staiti controlla di destro sulla lunetta per far girare il sinistro, Fiorillo subito pronto a salvare l’angolino basso alla propria destra. Avvio distratto del Pescara, i liguri si ripropongono al 3’, sul primo corner, Di Carmine scappa a Zampano sul secondo palo e solo per errata coordinazione cicca la deviazione sottoporta. Sulla testa di Oddo piovono subito altre tegole: all’8 Mandragora si storce la caviglia e costringe il tecnico al cambio con Zuparic, abbassando di varie spanne la qualità della difesa. Tutto fa il gioco dell’Entella che, al 10’, impostano di nuovo sull’asse Caputo-Masucci e portano Troiano alla bordata mancina dalla distanza che sfiora il palo del Fiorillo volante. L’Entella gioca in scioltezza tra le spaesate maglie difensive pescaresi e, pochi secondi dopo, Caputo e Masucci in palleggio chiamano ancora Fiorillo all’uscita avventurosa. La prima occasione del Delfino arriva al 12’ ma Caprari sciupa tutto, ignora Lapadula in buona posizione e sparacchia sul fondo il primo pallone che riesce a portare sul limite dell’area, ripetendo poi l’errore al 17’. Il primo tra gli ospiti a centrare lo specchio è Torreira, al 19’: ottima la potenza e la parabola lesta a salire e scendere, ma troppo centrale la mira e Iacobucci blocca in due tempi. Solo quando l’ex romanista smette di incaponirsi il Pescara inizia a mettere seriamente paura ai padroni di casa: fulminante la verticalizzazione filtrante di Caprari al 21’ per mandare Lapadula a incrociare il sinistro dalla cortissima distanza e Iacobucci deve calare la saracinesca per non capitolare dopo il buon avvio dei suoi. E si ripropone al suggerimento, a sua volta affondando sulla sinistra, al 23’ per scaricare fuori a Torreira, il brasiliano può servire a sua volta Lapadula ma ritenta la bordata, stavolta mancando di poco la traversa. La linea difensiva alzata da Oddo frena sul nascere gli assalti dei chiavaresi che ripiegano sui cross dalle fasce, Masucci viene ben pescato al 25’ al centro dell’area ma la marcatura stretta ne neutralizza l’inzuccata in terzo tempo. Il 16 dell’Entella si rifà sotto alla mezzora, al culmine di un contropiede biancoceleste che segna la difficoltà di chiusura ancora viva tra gli abruzzesi: la conclusione in corsa, però, viene sbilanciata provvidenzialmente da Zampano che ci mette una toppa in recupero estremo. Le lancette del cronometro girando dilatano la tensione e, nel quarto d’ora prima dell’intervallo avviene poco di pericoloso da entrambe le parti: al giro di boa si va sul pari a reti inviolate.
Il secondo tempo si apre con il thriller: Iacoponi cerca il colpo di testa su un cross all’ingresso dell’area al 4’st, Benalì lo controlla con un braccio sulle spalle che fa gridare al rigore, il fischietto di Maresca tace. Il Delfino scampa il pericolo e arriva molto più vicino alla rete al 13’st: corner ottenuto grazie alla manovra condotta da Benali e lo stesso libico viene poi pescato dalla torre di Fornasier nel cuore dell’area piccola, ma controlla troppo morbido e lascia modo a Ceccarelli di chiuderlo con un tackle rischiosissimo nonché miracoloso nel negargli il colpo sicuro. Oddo cerca il cambio di passo con una punta pesante e mette Cappelluzzo al posto di Caprari allo scoccare dell’ora di gioco: la mossa fatica a incidere, piuttosto Lapadula deve darsi più da fare e tentare il destro morbido al 26’st dalla sinistra defilata dell’area ospite, invitando a nozze Iacobucci. Aglietti risponde con Belli per Iacoponi e Volpe per Staiti cercando di congelare il pareggio, i biancazzurri devono aumentare così la pressione e anche Zampano, al 33’st, deve improvvisarsi bocca di fuoco dal corto raggio, ma non va oltre il portiere ligure. La carta finale del mister biancazzurro, a 5’ dal 90’, è Mitrita per l’impalpabile Pasquato ma è Palermo, al 41’st, a cercare l’asso nella manica con una destro al volo su uno spiovente dal limite che fa tuffare Fiorillo a coprire il palo dalla sverniciata. Alla fine del tempo regolamentare è ancora 0-0, Maresca assegna 240 secondi extra che vedono solo Pellizzer incornare sottoporta con la forza insufficiente a punire Fiorillo: graziata la leggerezza della linea difensiva sul piazzato dalla trequarti destra.
Non una frenata, piuttosto un rallentamento sulla lunga corsa verso l’extra season per la squadra di Oddo: il punto preso va bene anche alla Virtus per galleggiare, mentre il Delfino nuota ancora in acque alte. Sono 65 i punti dei biancazzurri, che restano a una lunghezza dal Trapani e avanti al Bari (pari punti, miglior piazzamento per scontri diretti). Si torna in campo all’Adriatico domenica contro il Lanciano a caccia della salvezza, ma il derby è sempre una storia a sé.