Pro Vercelli (4-3-3): Pigliacelli; Germano, Coly, Legati, Mammarella; Emmanuello (69’ Ardizzone) Rossi, Budel, Scavone; Beretta (82’ Marchi), Malonga ( 71’ Mustacchio). In panchina: Melgrati, Redolfi, Filippini, Berra, Sprocati, Forte. Allenatore: Claudio Foscarini.
Pescara (4-3-2-1): Fiorilllo; Zampano, Fornasier, Zuparic, Mazzotta; Memushaj, Torreira (56’ Acosta), Selasi (56’ Vitturini); Benali, Caprari; Cocco. In panchina: Aresti, Mandragora, Pasquato, Verde, Mitrita, Cappelluzzo. Allenatore: Massimo Oddo.
Reti: 37’ Coly, 39’ Malonga, 51’ Torreira, 54’ Schiavone, 58’ Beretta, 76’ Benali, 80 Scavone
Arbitro: Valerio Marini di Roma 1 (Cangiano-Dei Giudici)
Espulso: Zampano
Ammoniti: Legati, Rossi, Coly
Neve abbondante sul prato del Silvio Piola, slitta di due ore il fischio d’inizio della gara che il Pescara va a giocarsi a Vercelli per scongiurare una crisi di risultato ormai troppo lunga per tenere il passo dell’alta classifica. Solita emergenza in difesa per Oddo che perde, per la prima volta, anche Lapadula (causa squalifica) e richiama in causa Cocco, unica punta davanti a Caprari e Benali. Problemi anche in mediana: torna Memusjah ma cede Verre, gioca Selasi. Mister Foscarini invece, in lotta per la salvezza della Pro, è orfano degli squalificati Bani e Castiglia, ritrova Rossi in mezzo al campo e conferma Malonga nel tridente con Marchi e Mustacchio.
La lunga attesa e la temperatura glaciale tiene tutti congelati per i primi 23 minuti, con il Pescara più agguerrito dei padroni di casa, poi Zampano crossa in verticale dai 30 metri, Benali si sospende in area e riesce ad angolare la deviazione con la fronte, Pigliacelli si esalta al primo intervento pericoloso del match con un tuffo all’angolino in basso alla propria sinistra per sventare in corner. Lo stesso angolino che cerca, 3 minuti dopo, Caprari servito dal traversone radente di Benali, tiro mancino che taglia tutta l’area in diagonale ma la palla passa a mezzo metro dalla base del palo ed esce. Sembra l’inizio di una fase dominante, invece al 37’ arriva la risposta della Pro Vercelli con un tiro cross di Mammarella, Fiorillo allontana con i pugni, ribadisce Germano ma trova la deviazione di Zuparic in calcio d’angolo: dalla bandierina c’è il servizio teso a mezz’altezza di Mammarella, difesa biancazzurra ormai solita alla dormita e Coly può incornare di prepotenza insaccando in rete. 1-0. Vantaggio bianconero a sorpresa, abruzzesi sbigottiti che non riescono a riprendersi, tanto che al 39’ scatta il raddoppio: punizione di Mammarella dai 35 metri, il sonno in area Pescara prosegue e Malonga stacca a fare il paio con l’incornata di Coly. 2-0. Dobbia botta che il Delfino accusa pesantemente, prima dell’intervallo ci riprova Beretta dal lato corto destro dell’area, ma manca il bersaglio, poi, sul fronte opposto, prova a insinuarsi Malonga su lancio profondo, Fornasier scivola malamente e non intercetta, Zampano trattiene l’avversario per negargli l’accesso alla prateria e lo stende: rosso pochi istanti prima dell’intervallo.
La ripresa parte con un altro disastro pescarese: al 3’st sbaglia Benalì prima della metà campo, Malonga è di nuovo lanciato verso la porta ma sceglie di colpirla dalla distanza, Fiorillo vola con la manona a farla sbattere sulla traversa evitando il k.o. anticipato e deve ripetersi anche sul successivo calcio d’angolo, togliendo la palla dalla testa di Legati, anche lui libero di colpire senza difese. Il doppio salvataggio restituisce forza ai delfini: al 6’st si accorciano le distanze, Torreira si inginocchia per colpire di testa su calcio d’angolo di Caprari e segna l’1-2. Una falsa reazione, sottonumero la retroguardia ospite è ancor più sbandata: al 9’st Germano ridiscende la fascia destra e cerca il passaggio basso, Selasi la spazza via dall’area piccola, in lunetta raccoglie Schiavone e spara senza pensarci mandandola nel sacco lambendo il palo destro. 3-1. Oddo prova il ribaltone con un doppio cambio: Acosta e Vitturini per Selasi e Torreira ma la Pro Vercelli continua ad attaccare in mezzo al disastro abruzzese: Mazzotta, al 14’st, cerca il retropassaggio da lontanissimo verso Fiorillo e regala a Beretta un assist impossibile da sbagliare, gli bastano due passi e il tiro a incrociare per il 4-1. Solo su calcio piazzato il Pescara riesce finalmente a far sporcare la maglia a Pigliacelli con Caprari che esplode il destro dal limite al 19’ st, ma l’ex portiere biancazzurro non si fa trovare impreparato e neutralizza una delle poche conclusioni degli ospiti nella prima ora di gioco. E’ l’ultimo quarto d’ora a vedere il Pescara entrare in partita: al 31’ Caprari è caparbio in pressing e ruba palla a Coly per servire Cocco alla botta angolata dalla sinistra dell’area, Pigliacelli respinge d’autorità, la sfera torna all’ex Vicenza che accentra per Benali, retroguardia Vercellesi lo lascia entrare ormai senza paura e il libico l’appoggia in rete per l’inutile 4-2. Il Pescara si illude di crederci e va ancora in porta dopo solo un minuto: Caprari non ha troppi problemi ad andare a insidiare la traversa ma Pigliacelli copre le spalle ai compagni con la vittoria ormai già in testa. Sbilanciata in avanti, la squadra di Oddo presa ulteriormente il fianco e, al 34’, Mustacchio cavalca centralmente per mandare Ardizzone in porta ma Fiorillo si oppone in corner sul tiro ravvicinato, ma dalla bandierina l’ex capitano del Lanciano Mammarella cerca il goal spettacolo, Fiorillo si fa trovare sorpreso, pasticcia a due mani e Scavone rimarca la traiettoria destinata già alla rete. 5-2. Impossibile cambiare epilogo, il Delfino esce dal Piola tramortito, con la sconfitta più pesante della stagione.
Un disastro vero e proprio, nemmeno la brutta copia di quello che era il Pescara in stile Barcellona: solo 3 punti nelle ultime 6 gare, ma è la classifica a dettare i termini di una crisi ormai acclarata. Il Novara raggiunge i 49 punti del Delfino, ma sorpassa grazie alla vittoria nello scontro diretto, ed è la prossima avversaria attesa all’Adriatico. E dietro rincorrono, a 47, Spezia, Entella e Cesena che ha ancora la partita contro la Salernitana da giocare lunedì sera.