Un piano vaccini nazionale.
E’ questa la bozza del Ministero della Salute che circola e che cambia il metodo di gestione della campagna vaccinale che, per ora, vede regole diverse da Regione a Regione.
A decidere chi dovrà vaccinarsi saranno le linee guida dettate dal governo con criteri ben determinati e uguali in tutta Italia: dopo gli over 80 e le categorie professionali quali personale scolastico e forze dell’ordine saranno altre 5 categorie decise per età e per patologie a poter accedere al vaccino.
Nel testo si legge:
- Elevata fragilità, ovvero persone estremamente vulnerabili (a prescindere dall’età, con specifiche patologie critiche riportate nel protocollo in 14 categorie come ad esempio le malattie respiratorie, circolatorie, neurologiche, autoimmuni, patologie oncologiche) o con disabilità grave
- Persone tra i 70 ed i 79 anni (seconda categoria su base anagrafica)
- Persone tra i 60 ed i 69 anni (di nuovo il criterio anagrafico)
- Persone con comorbidità sotto i 60 anni, senza quella connotazione di gravità riportata per le persone estremamente vulnerabili (qui il criterio tiene conto dell’aumentato rischio clinico)
- Persone sotto i 60 anni
Il piano vaccini prevedrà anche la somministrazione delle dosi direttamente sul posto di lavoro, a prescindere dall’età, e sempre da parte di sanitari ivi disponibili.
Il cambio di passo sui vaccini è stato dettato anche dalla necessità di interrompere la gestione discrezionale delle Regioni che, in molti casi, hanno scelto di vaccinare categorie non sempre a rischio e, di contro, dettare una linea univoca sulle priorità.
DOVE SI VACCINERA’: nei Comuni con più di 50 mila abitanti sarà previsto un grande centro vaccinale (centri commerciali, palazzetti, stadi, centri congressi). Saranno poi riconvertiti i drive through della Difesa che sono stati utilizzati per effettuare i tamponi.
CHI VACCINERA’: a somministrare le dosi saranno anche gli odontoiatri (firmato ieri un protocollo che ne arruola 60 mila) insieme a medici di famiglia, specializzandi, pediatri, medici militari e Croce rossa.
Nella giornata di oggi, nel nostro Paese, è stato ritirato in via precauzionale un lotto del vaccino AstraZeneca dopo che sono stati registrati “eventi avversi” dei quali non si è però accertato il legame con il farmaco.
L’Aifa sostiene che la decisione è stata presa in via del tutto cautelare mentre il Premier Draghi è stato raggiunto al telefono dal presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen e, dal colloquio, è emerso che non si è trovato un nesso tra i casi di trombosi registrati in Europa e la somministrazione del vaccino.