Il paradosso viene denunciato da Claudio Ferrante, presidente dell’associazione Carrozzine Determinate, che parla di “barriere architettoniche gravissime: parcheggi, marciapiedi, servoscala, citofono, ingresso. Tutto nell’incuria, nel degrado e nel disinteresse più totale”.
Ferrante ha svolto un sopralluogo, simulando la visita di un disabile in sedia a rotelle: “Una volta che si è avuto la fortuna di trovare un parcheggio dedicato in Via Bologna, scendere dall’auto diventa una vera e propria odissea”, descrive, “. La pavimentazione del parcheggio è dissestata e rovinata dalle radici degli alberi che hanno alzato l’asfalto. Praticamente impossibile arrivare sul marciapiede di Via Paolucci perché vi è solo un piccolo passaggio spesso ostruito dalle auto in sosta. Il marciapiede davanti all’ingresso è completamente rovinato e sconnesso. Il citofono dell’ingresso della sede per avvisare il custode è situato in una posizione pericolosa, davanti a un tubo di scolo, in leggera salita che tende a far ribaltare la carrozzina. Il citofono non funziona e ci se ne accorge solo dopo averlo premuto per minuti invano, ed ecco che sì è costretti a svendere la propria dignità dovendo urlare o chiedendo aiuto ai cittadini che attendono sulle scale, quando ci sono, per far avvisare gli usceri”.
“Lo stazionamento per il servoscala è previsto in salita e quando la carrozzina si deve posizionare per salire, la pendenza crea un attrito e la persona disabile tende a ribaltarsi all’indietro. Il montascale presente non si usa più da decenni perché non garantisce né autonomia né stabilità e spesso è fuori servizio!”, spiega ancora Ferrante, “Quando, dopo tantissimo tempo e con fortuna, si è riusciti a superare le scale ci troviamo davanti all’ingresso che presenta una soglia di marmo di almeno 3 centimetri che fa bloccare la carrozzina, e solo grazie alla gentilezza dei custodi, le persone in carrozzina vengono sollevate con il rischio di cadere. Tutto questo davanti agli occhi indiscreti di tanti cittadini. Pensiamo cosa accade quando piove!”.
“Questa è una vera e propria discriminazione nei confronti delle persone con disabilità, ma non si tratta solo di un reato penale, questa situazione denota il più totale disprezzo e menefreghismo nei confronti dei cittadini disabili. È accettabile tutto questo in un paese civile?”, rimarca Ferrante, che lancia la sfida: “Chiediamo al Direttore dell’INPS di Pescara di accettare questo esperimento: provare ad entrare dentro l’Istituto seduto in carrozzina insieme a noi! Solo così potrà rendersi conto di come le persone disabili vengono trattate dal Suo Istituto!”.