La mattina tergiversi e non vuoi alzarti dal letto? Un nuovo studio rivela che la pigrizia al mattino fa bene alla nostra salute.
C’è chi al mattino, al primo squillo della sveglia, si alza sul letto ed è subito pronto ad infilarsi sotto la doccia per iniziare la giornata. E c’è chi, al contrario, preme il tasto “snooze” per ritardare il suono della sveglia e dormire ancora un po’. Pigrizia? Forse ma secondo un nuovo studio quest’abitudine ha ripercussioni positive sulla nostra salute.
Tutti sappiamo bene quanto riposare a sufficienza sia fondamentale per la nostra salute. L’ideale sarebbe dormire tra le 7 e le 9 ore a notte in modo continuativo e senza interruzioni in modo da far rigenerare completamente sia il fisico che il cervello. La mancanza di adeguato riposo può avere ripercussioni devastanti sulla salute alla lunga.
Molti di noi hanno la cattiva abitudine di fare le ore piccole la sera – tra serie tv e social network non è mai ora di andare a dormire – e poi la mattina fanno fatica a svegliarsi e, così, quando la sveglia suona premono il pulsante “snooze” per stare ancora un po’ sotto le coperte.
Fino ad oggi si pensava che questo comportamento non facesse bene alla nostra salute in quanto frammentasse troppo il riposo. Un nuovo studio ha ribaltato completamente questa convinzione: prolungare di 30 minuti il sonno fa benissimo. Dunque essere pigri fa bene!
Se i tuoi colleghi in ufficio ti hanno soprannominata “pigra” perché al mattino, per te, non è mai ora di scendere dal letto, ora hai un’ottima scusa: la pigrizia mattutina fa benissimo alla salute. A rivelarlo è un nuovo studio sul sonno svolto da un team di ricercatori di Stoccolma.
Il sonno è composto da diversi cicli e ogni ciclo è suddiviso in 4 fasi. Anche se crediamo di fare una “tirata unica” in realtà non è mai così. Le prime fasi sono quelle in cui i muscoli del corpo si rilassano e il battito cardiaco rallenta: sono le fasi meno profonde in cui una persona può essere svegliata più facilmente da suoni o rumori di vario tipo.
Le fasi intermedie e finali del sonno, invece, sono quelle più profonde. Spesso nemmeno se squilla il telefono o se qualcuno ci parla riusciamo a svegliarci. Di conseguenza quando la mattina la sveglia suona e noi siamo in piena fase REM – la fase del sonno più profonda – per il corpo e per il cervello è uno shock svegliarsi.
Ecco perché premere il tasto snooze della sveglia e ritardare di 30 minuti il momento di alzarsi dal letto può essere una buona idea: anche se ci riaddormentiamo non entriamo più nella fase più profonda del sonno. Dunque quando la sveglia suonerà di nuovo sarà meno traumatico e ci alzeremo con più facilità.