Uno studio appena compiuto getta ulteriori ombre in materia di microplastiche. Viene fuori una ulteriore, paurosa e diffusissima fonte di contaminazione mai immaginata prima.
Le microplastiche e le nanoplastiche sono componenti residuali dei materiali in plastica con i quali abbiamo a che fare ogni giorno. E purtroppo la loro presenza è diventata talmente invasiva da far si di ritrovarcele ovunque. In qualsiasi ecosistema presente sulla faccia della Terra si trovano le microplastiche: dagli oceani alle montagne più alte sul pianeta. Vengono anche assimilate dagli animali, e di rimando da noi che ci nutriamo della loro carne. Non è soltanto il cibo il principale vettore di microplastiche nell’organismo.

Anche le acque sono contaminate a più livelli, come stabilito da un ente scientifico in Francia. Il Laboratorio ANSES per la Sicurezza Alimentare di Boulogne-sur-Mer ha avuto la conferma di ciò che in realtà già si sapeva. E cioè che le microplastiche passano dagli imballaggi e dai contenitori in plastica alle bevande, ma ciò avviene persino nelle bottiglie di vetro. Questo materiale era considerato più sicuro rispetto alla plastica, fino ad oggi. Anche perché è maggiormente biodegradabile e molto meno inquinante.
Dove si trovano maggiormente le microplastiche?
Ed invece ora si ha la prova di una contaminazione diretta ed altrettanto ingente, di qualcosa che sembrava insospettabile. La scoperta delle microplastiche ha riguardate bevande di vario tipo attualmente vendute sul territorio francese. Ne è venuto fuori che le bottiglie in vetro alla fine contengono addirittura un quantitativo di microplastiche superiore a quelle in plastica o in lattina.

La misurazione riscontrata riferisce di valori di presenza di microplastiche in bevande in bottiglie di vetro compresi fra cinque e cinquanta volte in più rispetto alle bevande imbottigliate o conservate in contenitori e bottiglie di altri materiali. Gli stessi autori dello studio sono rimasti sorpresi e hanno ammesso che si sarebbero aspettati semmai il risultato opposto, visto che il vetro non rilascia microplastiche in alcun modo. La colpa non può essere quindi che degli imballaggi.
Si è anche avuto un riscontro molto diverso di rilascio di queste microparticelle molto dannose per la salute (causano danni cellulari, si accumulano nell’organismo, sono tossiche e causano problemi e danni ai tessuti, al sistema endocrino, infiammazioni ed anche cancro e problemi di tipo neurologico) in base alla tipologia di bevanda. Ad esempio l’acqua, naturale o frizzante che fosse, ha mostrato un livello di microplastiche comunque basso, sulle 4,5 particelle a litro in media, se in bottiglie di vetro. E di 1,6/l in cartoni e bottiglie di plastica. Poi però altre situazioni hanno mostrato valori molto più grossi.
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Quali sono gli oggetti che rilasciano più microplastiche?
Si pensa che la colpa di tutto sia da attribuire ai tappi in metallo ed alla vernice della quale sono rivestiti. E si è proceduto pure con apposite osservazioni in condizioni diverse di trattamento ai quali i tappi venivano sottoposti, con i ricercatori in questione che hanno scoperto che suddetti tappi verniciati rilasciano quasi 300 particelle di microplastiche per litro.

È l’attrito tra i tappi durante le fasi di conservazione e di lavorazione antecedenti le fasi dell’imbottigliamento a causare dei graffi impercettibili per l’occhio umano. Ma che possono aggravare il rilascio di microparticelle dannose, le quali si riversano nelle bevande quando i tappi vengono maneggiati.
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Però sempre i ricercatori si sono accorti anche che, ripulendo i tappi, ad esempio con un getto d’aria e con un risciacquo, il rilascio cala sensibilmente, anche di due volte. Quindi è meglio prendere queste precauzioni quando si ha a che fare con dei tappi rivestiti di vernice.





