Sextortion: sono sempre di più le vittime dei ricatti a luci rosse

Le sextortion, ovvero le estorsioni a sfondo sessuale, sono un fenomeno ormai ben noto, ma gli utenti della rete che cadono nella trappola sono sempre di più.

Tutto inizia con la richiesta di amicizia da parte di una giovane e avvenente ragazza, la conversazione inizia parlando del più e del meno, ma bastano pochi scambi di battute perché il discorso viri su temi decisamente piccanti e alla fine, immancabile, arriva la richiesta: “Perché non facciamo sesso in cam?”.

Il meccanismo è ormai più che collaudato e la conclusione è sempre la stessa, le “performance” dello sprovveduto utente vengono registrate e appena le webcam si spengono parte il ricatto. La truffatrice, minacciando di rendere pubblico l’imbarazzante video, pretende versamenti di centinaia quando non migliaia di euro.

La Polizia postale è recentemente tornata a lanciare l’allarme sul fenomeno delle cosiddette sextortion, le estorsioni a sfondo sessuale, consigliando agli utenti della rete di non cedere mai alle lusinghe delle belle sconosciute e soprattutto invitando chi è caduto nella trappola a fare uno screenshot del profilo truffaldino e quindi sporgere denuncia senza cedere al ricatto.

Più in generale, va ricordato che foto, video e messaggi diffusi sul web, lasciano spesso una traccia indelebile e vicende come quelle della giovane donna campana, suicidatasi in seguito alla diffusione di alcuni video compromettenti, dovrebbero insegnare a ponderare bene le possibili conseguenze delle proprie azioni.

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