Ristori al mondo della cultura, la presa di posizione del Coordinamento LOrSA

Il Coordinamento LOrSA  – Lavoratori e organismi dello Spettacolo dal vivo Abruzzo nasce a marzo del 2020 in risposta allo stato di crisi e alla chiusura dei teatri con il fermo su tutte le attività di spettacolo dal vivo e di formazione dovuti alla pandemia. Il Coordinamento LOrSA rappresenta, al momento, 24 realtà professionali tra organismi e singoli lavoratori che si sono uniti per dare voce al teatro indipendente abruzzese e rapportarsi come interlocutore principale con la Regione Abruzzo, nonché con altri coordinamenti e associazioni di categoria nazionali.
Ad un anno dalla chiusura dei teatri, le perdite di indotto ammontano, secondo i dati censiti tra gli aderenti al Coordinamento, a 150.000€ mensili e alla disoccupazione per un centinaio di lavoratori coinvolti con spazi culturali che rischiano la chiusura definitiva.

La Regione Abruzzo, con istanze presentabili dall’8 marzo, intende rispondere a questa emergenza del settore con un bando di “ristoro” rivolto a Enti e Associazioni Culturali che, ancora una volta, attribuisce la precedenza  e la maggior parte dei finanziamenti ai Centri di Produzione e ai Teatri che vengono già finanziati dal FUS (Fondo Unico dello Spettacolo). Ci chiediamo come sia possibile lasciare in un tale stato di indigenza e di difficoltà la quasi totalità dei lavoratori dello spettacolo dal vivo del tessuto regionale consegnando alle associazioni, ferme da febbraio 2020, soltanto 500€ di ristoro e 2000€[1] a quelle che sostengono un affitto. Le compagnie, associazioni, società, singoli lavoratori e professionisti dello spettacolo che non percepiscono il FUS sono la maggioranza e molte di queste sono rimaste escluse anche da ristori statali. Queste realtà svolgono un lavoro capillare ed essenziale sul territorio occupandosi non solo di spettacolo dal vivo, ma anche di attività di formazione, produzione, di teatro nel sociale, di educazione nelle scuole e nelle Università. Un lavoro altamente professionale e significativo che va dalle città ai paesi dell’interno, dalla costa alla montagna. LorSA conta al suo interno generazioni diverse di artisti tra giovani compagnie e realtà che esistono – e resistono – da più di trent’anni.

Ancora una volta la Regione Abruzzo, noncurante di queste realtà dello spettacolo dal vivo e minimizzando sulla straordinaria capacità artistica e organizzativa delle stesse, continua a riconoscere come professionisti dello spettacolo solo quelli finanziati dal FUS, ignorando completamente le compagnie professionali extra fus. Queste vengono considerate da sempre dalla Regione Abruzzo alla stregua di compagnie amatoriali  o semplici associazioni culturali, né viene minimamente tenuto conto delle grandi difficoltà che esse stanno sopportando dall’inizio della pandemia e di come resistono da sempre occupandosi di  porzioni di territorio non serviti dalle istituzioni culturali.

Vista la grave assenza di una legge quadro regionale del settore che possa davvero tutelarne e regolamentarne l’esistenza,  sarebbe quanto mai doveroso e urgente che la Regione Abruzzo aprisse nell’immediato un tavolo di confronto con gli effettivi rappresentanti di queste realtà, auspicando un coinvolgimento maggiore nelle decisioni cruciali che riguardano il lavoro – e quindi la dignità – nonché la sopravvivenza del settore teatrale regionale dello spettacolo dal vivo e delle attività ad esso connesse. LOrSA si impegnerà per dare voce alle necessità  di questa categoria e a tale scopo chiede un incontro all’Assessore alla Promozione culturale Daniele D’Amario per poter avviare un dialogo costruttivo e propositivo, al fine di ottenere una più giusta regolamentazione del settore, all’insegna di criteri di lealtà, trasparenza, professionalità ed equità.

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