Florovivaismo, produzione in calo del 10% in Abruzzo

Nel 2020 il florovivaismo abruzzese riporta un -10,0% del valore della produzione e un -2,8% del tasso di sviluppo (differenza tra iscrizioni e cancellazioni).

 

Nel 2020 le imprese del settore hanno registrato un calo consistente del valore della produzione e un maggior numero di cancellazioni rispetto alle iscrizioni nel Registro delle Imprese con un conseguente tasso di sviluppo negativo. È quanto emerge dalle elaborazioni svolte dal Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia (Cresa).

Il valore della produzione di fiori e piante da vaso secondo le stime dell’Istat ha raggiunto nel 2020 in Abruzzo i 7,6 milioni di euro (a valori concatenati con anno di riferimento 2015). Questo risultato pone la regione al 13/mo posto nella relativa graduatoria italiana nella quale primeggia la Liguria con 315 milioni di euro (30,0% del totale nazionale).

La pandemia da Covid-19 ha avuto pesanti ripercussioni sul settore considerando che, a causa dei periodi di lockdown e delle limitazioni a feste ed eventi, nel corso del 2020 il valore della produzione di fiori e piante da vaso in Abruzzo è calato del 10,0% (Italia: -9,0%) rispetto al 2019: la regione si pone tra le cinque con flessioni a due cifre.

Il risultato negativo del 2020 arriva a conclusione di un decennio caratterizzato da un andamento calante per tutte le regioni. Tra il 2010 e il 2019, infatti, l’Abruzzo aveva già perso il 24,1%, calo peggiore di quello italiano (-11,2%) e tra i più pesanti a livello regionale derivante da una variazione media annua del -3,0% (Italia -1,3%).

Le imprese abruzzesi attive nel florovivaismo al 30 giugno 2021 sono 179, cioè l’1,2% di quelle italiane. La regione si pone al 16° posto nella graduatoria nazionale dominata da Liguria (2.609 unità pari al 18,1%), Toscana (2.006 cioè il 13,9%) e Lombardia (1.625 corrispondenti all’11,3%). A livello provinciale in Abruzzo 25 unità (14,0% del totale regionale) sono localizzate a L’Aquila, 39 (21,8%) a Teramo, 59 (33,0%) a Pescara e 56 (31,3%) a Chieti.

 

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