CGIL: ‘non bastano i vaccini per riaprire in sicurezza le scuole abruzzesi’

A circa due mesi dalla ripresa delle lezioni, sono molti gli interrogativi sul tema della sicurezza, dei trasporti e degli organici, ed è concreto il rischio che anche quest’anno si arrivi all’appuntamento impreparati.

“L’esperienza sembra non aver insegnato niente: si è andati avanti per tentativi ed errori, con aperture parziali, discontinue e frammentate sul territorio, ma ora, al terzo anno di emergenza da coronavirus, bisognerebbe essere in grado di leggere e utilizzare ciò che è accaduto nei due precedenti anni scolastici.

In attesa delle nuove indicazioni del CTS, abbiamo chiesto al Ministero di effettuare un monitoraggio dettagliato dei contagi, con analisi specifiche per le diverse tipologie di contatto e di relazione nei vari contesti (scuola dell’infanzia e primaria, laboratori, attività con gli alunni diversamente abili). Abbiamo ricordato più volte che, ben prima della possibilità di usufruire dalla difesa della vaccinazione, tutte le scuole del primo ciclo hanno frequentato in presenza e le scuole dell’infanzia senza l’uso della mascherina per i bambini.

Oggi il dibattito a livello nazionale si concentra su duecentomila non vaccinati su un milione e quattrocentomila addetti, dimenticando che, soprattutto alla secondaria, i maggiori timori di contagi provengono dai trasporti.

Il personale della scuola, dai docenti, ai dirigenti, al personale ATA si sono adoperati in ogni modo, anche in condizioni precarie, per assicurare il diritto allo studio ed hanno aderito in massa alla campagna vaccinale. Ricordiamo che oggi in Abruzzo il 79,66% del personale ha completato il ciclo vaccinale (al 98,42% è stata inoculata almeno una dose): non si può concentrare il tema della sicurezza a scuola solo sui vaccini per il personale, ignorando il tema dei numeri di alunni per classe, il nodo dei trasporti e della capienza delle aule.

Come FLC CGIL, nel corso dell’incontro di informativa sulle immissioni in ruolo dei docenti del 5 luglio abbiamo manifestato tutta la nostra preoccupazione alla Dott.ssa Tozza, Direttore dell’USR Abruzzo. Analoga sollecitazione avevamo fatto anche all’assessore Quaresimale, in occasione dell’incontro sul protocollo sicurezza per gli esami di stato. Senza la conferma dell’organico “Covid” nelle scuole (circa 1700 tra docenti ed ATA in Abruzzo) sarà impossibile affrontare l’emergenza epidemiologica ancora in atto. Allo stesso modo, considerato che sembra confermata la necessità di mantenere le misure di sicurezza anche per settembre (mascherine, distanziamento…) occorre muoversi per tempo in modo da affrontare il nodo dei trasporti, che ha dato luogo a diverse criticità nell’anno scolastico ormai trascorso.

Riteniamo che oggi, più che parlare dell’esiguo numero di vaccinati mancanti tra il personale sia necessario concentrarsi sulle azioni da programmare per un rientro a scuola sulla base di ciò che è realmente accaduto negli anni precedenti, fuori dalla retorica del “a scuola non ci si contagia”, contando sulla capacità di adattamento del personale, ignorando gli infausti effetti di chiusure localistiche, figlie di una deriva autonomistica di Comuni e Regioni.

Non c’è più tempo da perdere: è questo il momento in cui il Governo, il Ministro dell’Istruzione e le Regioni, ciascuno secondo le proprie competenze, si devono assumere la responsabilità di produrre scelte motivate e razionali per riportare tutti gli alunni a scuola. Ricordarsi solo a fine agosto dell’imminente riapertura sarebbe davvero imperdonabile”, conclude il sindacato.

 

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