Ospedali Abruzzo, M5S: ‘Project financing segnali di una politica incapace’

Chieti. Mentre si apprende che anche la ASL di Teramo vorrebbe realizzare il nuovo ospedale in project financing, il Presidente D’Alfonso rilancia sull’ospedale di Chieti per la realizzazione del nuovo nosocomio attraverso lo strumento della finanza di progetto.

“E’ un PD bipolare quello andato in scena ieri relativamente all’ospedale di Chieti. Da un lato troviamo il Vice-Presidente del CSM, Giovanni Legnini che plaude al Polo del Cuore e ai livelli di tecnologia e di strumentazione che la ASL di Chieti è riuscita a realizzare in autonomia, senza ricorrere al Project financing, dall’altro troviamo le dichiarazioni del Presidente D’Alfonso rispetto all’impossibilità di realizzare il nuovo ospedale senza ricorrere al project financing” dichiara Sara Marcozzi “il Presidente di regione sostiene che occorrerebbero decenni per costruire un nuovo ospedale se si procedesse con gli strumenti ordinari.

Niente di più inesatto. Le ASL in Italia da sempre procedono in autonomia, ottenendo ottimi risultati. E’ evidente, però, che bisogna essere in grado di scrivere tempi, costi e modalità di realizzazione”.

Il M5S ritiene che sia anti-economico e dannoso per le casse regionali procedere attraverso l’affidamento in project financing per la realizzazione di ospedali. L’Abruzzo vive un momento assai delicato, la sanità potrebbe passare definitivamente nelle mani dei privati visto l’elevato numero di progetti di finanza che vedono interessati i nostri ospedali.

“Regione Abruzzo è uscita dal Commissariamento ma è ancora sotto Piano di Rientro. La ASL di Chieti ha gravissime perdite tanto è vero che oggetto della preoccupazione da parte del RUP del nuovo ospedale era proprio la sostenibilità finanziaria. D’Alfonso e Paolucci ben conoscono, o almeno dovrebbero, le dinamiche sugli elevatissimi canoni annuali da corrispondere al privato in caso di project financing.

Si tratta di “comode” rate che esplodono dal 5° anno in poi e che vedranno la ASL di Chieti costretta a sborsare cifre che vanno dai 70 ai 110 milioni all’anno. Una follia!”

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