“In riferimento all’emergenza dovuta all’enorme e costante calo di iscritti presso l’Università di Teramo, con il sostanziale dimezzamento degli studenti dagli oltre 10.000 ai poco più di 5.000 attuali, appare innanzitutto necessario puntualizzare che nell’ultimo quinquennio – dall’Anno Accademico 2016/17 all’A.A. 2020/21 – si è verificato un aumento del +7,3% di studenti universitari in tutta Italia, ma purtroppo nel medesimo quinquennio si è avuta una diminuzione del –9,6% di studenti nell’Ateneo di Teramo”.
“Questo dato incontrovertibile, in totale controtendenza nazionale, deve preoccupare tutte le istituzioni locali, chiamate a comprendere le ragioni di un trend così negativo e a collaborare nell’elaborazione di una strategia per arginare l’emorragia e per invertire il senso di marcia. Saranno gli organi universitari a definire il contesto e le problematiche di natura interna, dalla didattica all’offerta formativa, dalla ricerca alla logistica; ma non si può pensare che non vi siano problematiche esterne e oggettive, come i trasporti e il livello dei servizi pubblici, le cui poco commendevoli performance contribuiscono significativamente alla scarsa attrattività del nostro Comune”.
E ancora: “Teramo è formalmente una città universitaria, ma sostanzialmente non è a misura di studente, delle esigenze dei fruitori dell’Ateneo, delle aspirazioni dei ragazzi, e di fatto non è all’altezza del supporto al tessuto economico che vive dentro e intorno alla realtà accademica. Lungi dal voler polemizzare, sarebbe innanzitutto necessario comprendere quali azioni abbia messo in campo l’Assessore comunale delegato ai “Rapporti con le Università” in questi quattro anni e mezzo di Amministrazione, quali progetti e iniziative siano stati realizzati per agevolare lo sviluppo dell’Ateneo, quali prospettive di crescita siano state elaborate e pianificate dal Comune Capoluogo”.
E concludono: “La freddezza e la drammaticità dei numeri devono dare la sveglia a tutto il territorio che deve stringersi attorno alla propria eccellenza scientifico-culturale e aiutarla a rialzarsi dal crollo studentesco permanente che la impoverisce”.