Con una lettera aperta al primo cittadino di Teramo, Gianguido D’Alberto, il Popolo della Famiglia invita il sindaco a firmare per la proposta di legge del reddito di maternità, il contributo di mille euro al mese per otto anni, destinato alle cittadine italiane che si occupino in via esclusiva dei loro bambini.
“Egregio Signor Sindaco – scrivono – La invitiamo a firmare per il Reddito di Maternità, la proposta di legge di iniziativa popolare che il nostro movimento ha presentato alla Corte suprema di Cassazione e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso il 10 novembre 2018. Il Popolo della Famiglia individua nel crollo della natalità la principale tragedia italiana, la prima emergenza nazionale cui porre rimedio, perché le conseguenze di un saldo nati-morti costantemente negativo sono devastanti e mineranno inevitabilmente le colonne portanti di un intero sistema sociale che diamo per scontato e che invece crollerà, in assenza di una ripresa del tasso di natalità”.
“Allo stesso tempo, dal punto di vista valoriale, vogliamo mettere al centro la figura della donna madre, proclamando la sua centralità, la cancellazione della discriminazione di cui è spesso oggetto la madre casalinga, considerata improduttiva e priva di diritti, il riconoscimento della decisiva funzione sociale e lavorativa svolta con la maternità.
Il RdM è un intervento strutturale, che prevede dodicimila euro netti annui alla mamma che non ha altri redditi o impieghi per i primi otto anni di vita del figlio, rinnovabili alla nascita di un altro figlio, vitalizi alla nascita del quarto figlio o di un figlio disabile. L’indennità di maternità si interrompe se la madre va a lavorare esternamente all’ambito familiare”.
E ancora: “Mentre oggi la madre casalinga ottiene zero euro per il suo lavoro in ambito familiare, con il RdM otterrà novantaseimila euro nei primi otto anni di vita del bambino. L’incentivo alla natalità è evidente e consistente. La donna potrà finalmente lavorare fuori casa, o restare in famiglia ad accudire i figli come propria libera scelta, non imposta dalle circostanze. La proposta di legge vuole combattere la denatalità ed essere concretamente praticabile, per questo è limitata a chi avrà figli e non a chi ne ha già.