Lo dichiara il consigliere regionale Dino Pepe.
“Il centro destra non ha voluto nemmeno istituire un tavolo con le istituzioni locali, con i sindacati e con le rappresentanze studentesche. Teramo ha bisogno di un miglior servizio di trasporto pubblico locale e la mia risoluzione raccoglieva le istanze del territorio. Era frutto delle discussioni e dei confronti con gli studenti, con i lavoratori e con i pendolari, nonché con il Comune e con i sindacati. Il biglietto unico è stato già istituito e attivato per la province di Chieti e Pescara e potevamo fare benissimo altrettanto su Teramo, per migliorare la qualità del servizio e della mobilità”, prosegue Pepe.
“Purtroppo, né Marsilio né tantomeno D’Annuntiis hanno voluto questo confronto e questo tavolo con il territorio e, dopo quattro anni di governo regionale, la situazione è davvero triste, con disservizi ovunque e con una intera provincia, quella teramana, sempre più abbandonata a sé stessa e vittima della guerra di poltrone all’interno della maggioranza”, conclude Dino Pepe.
LA REPLICA DI D’ANNUNTIIS “Una brutta pagina, ma non sorprende, l’ha scritta il consigliere Pepe tirando fuori dal cassetto una risoluzione vecchia di un anno che lui stesso aveva dimenticato, probabilmente non ritenendola importante, solo per strumentalizzare la problematica. La proposta del biglietto unico della provincia di Teramo è tecnicamente inattuabile e non corrisponde al vero che sia stato istituito per le Ppovince di Chieti e Pescara, ma solo per l’area metropolitana; per le linee extra area metropolitana valgono le tariffe normali come in tutta la regione. E’ che sia inattuabile è dimostrato dal fatto che nemmeno la “giunta veloce” di D’Alfonso, in cui Pepe era l’unico assessore della provincia di Teramo, l’ha istituito pur avendo al suo interno le riconosciute sensibilità. In provincia di Teramo non esistono aree metropolitane e la “ratio” del biglietto unico e’ quella di essere utilizzato per aree di zonizzazione e non “dalle Alpi alle Piramidi”. Rimane quindi un tentativo, finito male, di illudere i possibili utenti, volendo credere che siano stati veramente consultati”.