“Della ricostruzione partita su 61 edifici, colpa nostra, non abbiamo avuto sentore. Abbiamo intravisto poche, pochissime grù, ma evidentemente ci vediamo poco e male.
Per quel che riguarda gli acquisti di alloggi per gli sfollati, non riusciamo a condividere l’entusiasmo dell’onorevole, avendo avuto modo di segnalare negli scorsi mesi, tante tantissime criticità. Non ultima quella relativa a “quel pasticciaccio brutto di Via Balzarini”, ci perdoni Gadda per la storpiatura. Gli assegnatari dello stabile acquistato dall’Ente qualche sera fa si erano riversati in strada per una forma molto civile di protesta”.
E ancora: “Motivo del contendere erano le spese condominiali, a loro modo di vedere piuttosto esose. La sollevazione spontanea ha avuto il merito di centrare l’attenzione su tutto quello che ancora non va negli appartamenti. Noi non vorremmo entrare nel merito di questa polemica, quanto piuttosto evidenziare quello che ci è stato raccontato da alcuni degli inquilini. E cioè che l’impiantistica elettrica non sarebbe stata acquistata dall’Ente, ma sarebbe ancora di proprietà di Atena, società che aveva realizzato le palazzine. Dato l’estremo grado di complessità degli apparecchi, dovuta al fatto che tutto lo stabile avrebbe inizialmente dovuto accogliere una clinica del benessere ad altissimo tasso di tecnologia, sarebbero sempre e solo i tecnici specializzati a poter intervenire nella risoluzione di qualunque genere di problemi”.
Ciammariconi prosegue: “Ci è sembrato assurdo, si tratterebbe di un acquisto “monco” che lascia agli assegnatari una problematica mica da poco, dato che l’altissimo grado di specializzazione richiesto per gli interventi implicherà necessariamente costi notevoli per i condomini. Insomma, è assai probabile che per opere di manutenzioni assai banali, come la sostituzione di una lampadina, bisognerà interfacciarsi con il personale di Atena. Se poi, oltre agli aspetti legati alla domotica, consideriamo anche le condizioni non ottimali di alcuni degli alloggi, come rivendicato durante la protesta, con problemi che vanno dalle infiltrazioni alle macchie di umidità, dai pannelli danneggiati dei controsoffitti alla presenza di attrezzature di cantiere in prossimità degli alloggi, dal malfunzionamento dell’impianto citofonico, ecco, forse lo champagne che D’Eramo ha idealmente stappato, consiglieremmo di tenerlo ancora per un po’ in frigo…”.