“Checché ne possa dire il Sindaco”, esordisce la consigliera Rosaria Ciancaione, “dopo la Sentenza della Commissione tributaria di Teramo sulla TARI 2018 si è pronunciata anche la Commissione tributaria regionale che ha evidenziato come il Comune di Roseto non abbia applicato correttamente la Sentenza del TAR Abruzzo n. 83/2019 a seguito del ricorso prodotto dai balneatori e dalle altre associazioni di categoria”.
La Commissione tributaria regionale con Sentenza n. 242 depositata il 7.4.2021 ribadisce chiaramente che le delibere del consiglio comunale n. 7/2018 e 8/2018 sono state annullate obbligando l’ente a ricalcolare il piano finanziario con eliminazione di talune voci di costo che sono andate a gonfiare le tariffe Tari di circa 800 mila Euro, pari a maggiori somme richieste ai cittadini mediamente del 12%.
“Non mi metto qui a parlare di quote inesigibili e fondo crediti di dubbia esigibilità”, prosegue la consigliera, “ma voglio ricordare che Il 13 maggio 2019 avevo depositato la mozione affinché l’amministrazione Di Girolamo applicasse correttamente la Sentenza del Tar Abruzzo n. 83/2019 passata in giudicato, ricalcolasse le tariffe e restituisse a famiglie e attività produttive la maggiore somma addebitata sugli avvisi tari 2018 e anche su quelli del 2019. Naturalmente la maggioranza con il suo atteggiamento tipico bocciò la mozione”.
La vicenda appare allucinante perché appesantisce i bilanci di famiglie e di attività produttive, già fortemente colpite dalla crisi economica dell’ultimo decennio e soprattutto in questo ultimo anno di emergenza Coronavirus che le ha messe letteralmente in ginocchio.
“Sappiamo che tanti negozi forse non riusciranno neppure a riaprire”, sottolinea Ciancaione, “e l’Amministrazione si permette ancora di non prevedere la restituzione di somme dovute ai rosetani in esecuzione di una sentenza”.
Si tratta di oltre 800 mila euro di somme richieste in più ai contribuenti rosetani e a ciò si aggiunga che nel caso dell’Eurcamping, così come in altri casi in cui balneatori ed altre attività produttive hanno deciso (dato il costo esagerato delle tariffe Tari) di ricorrere all’autosmaltimento, il giudice di appello ha condannato il Comune ad applicare anche le riduzioni previste dalla legge sulla quota variabile della Tari.
“Una politica fiscale davvero incomprensibile da parte della maggioranza che portò a bocciare anche il mio emendamento”, insiste la consigliera, “presentato a dicembre per l’applicazione diretta della riduzione del 25% sulla Tari 2020. Vedremo nel prossimo consiglio che fine faranno quelle attività che per una qualsiasi ragione non abbiano presentato la domanda”.
“Avrebbe fatto bene l’Amministrazione comunale”, conclude Ciancaione, ad ascoltare la mia voce in consiglio invece di farsi prendere da orticarie e isterismi accompagnati da offese che denotano uno scarso rispetto della mia persona ma, soprattutto, dei cittadini che mi onoro di rappresentare in consiglio comunale”.