A chiederlo, in una nota, sono i consiglieri provinciali di Fratelli d’Italia, Luca Frangioni e Luca Corona, che alla luce di quella che è l’imminente riforma delle Province, voluta dal Governo Meloni, chiedono di aprire una riflessione sulla Provincia di Teramo e sul suo presidente, Camillo D’Angelo.
“Non volendo entrare più di tanto nel merito dell’attività amministrativa in quanto tutto ciò che si sta facendo è frutto della programmazione dell’amministrazione Di Bonaventura, fatto salvo visite guidate ad aziende e consigli comunali a lui vicini politicamente, dobbiamo ravvisare la totale assenza di interesse e di presenza per le scuole”, si legge.
“Non abbiamo visto nemmeno un suo saluto istituzionale ai nostri ragazzi e soprattutto non vediamo realizzate opere per 10milioni di euro di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria come da finanziamenti beneficiati durante la nostra amministrazione e soprattutto vediamo totalmente ferma la ricostruzione, talmente ferma che il Presidente D’Angelo non ha voluto nemmeno impegnarsi per la scuola Jolly, necessaria a nostro avviso per la organizzazione della ricostruzione scolastica”.
“A proposito di ricostruzione, vogliamo ricordare che il nostro ha quasi 150milioni di euro di finanziamento per la ricostruzione da dover impegnare e spendere per rendere le nostre scuole le scuole del domani. A chiarimento di questo, la scuola Jolly non sarebbe nemmeno stato un peso per il bilancio dell’ente ma sarebbe stata finanziata con i fondi per la ricostruzione. Ma il presidente D’Angelo ha deciso di bloccare l’affitto della struttura dopo che gli uffici avevano fatto una regolare manifestazione d’interesse pubblico. Nemmeno per l’ambiente è stato fatto nulla poiché tanto ci siamo prodigati per riportare decoro sulle nostre strada provinciali con l’ubicazione di fototrappole, ad oggi sembra che il servizio sia stato sospeso e le strade sono tornate ad essere sporche. A tutta questa precarietà e impreparazione si aggiungono i due processi al presidente D’Angelo.
Su di uno dei capi di imputazione ci sarebbe l’esercizio abusivo della professione”.