Così come ho voluto deporre una rosa il 25 aprile scorso sulla statua del nostro cittadino onorario, partigiano e Presidente della Repubblica Sandro Pertini, oggi da cittadino sento l’urgenza di omaggiare Pio la Torre e il suo strenuo lavoro contro la mafia. A Pio La Torre si deve la legge che porta il suo nome “Rognoni-La Torre”, la n. 646, che all’art. 416 bis introduce finalmente il reato di “associazione mafiosa”.
Dal 13 settembre 1982 in poi, giorno in cui la legge fu approvata in Parlamento, la mafia non è più uno spettro invisibile e innominabile: è un reato perseguibile! Nel campo della lotta alla mafia con Pio La Torre inizia la modernità, l’art. 416 bis rappresenta la rivoluzione copernicana nella storia del diritto penale. Troppi sono stati i morti prima e dopo Pio La Torre, sono sempre troppi i morti della mafia.
Tra qualche giorno ricorrerà un altro importante anniversario, il 9 maggio del 1978 veniva assassinato dagli aguzzini di Cosa Nostra un ragazzo della mia età, di nome Giuseppe Impastato, andava verso i 31 anni, e a quasi 31 anni aveva già cambiato il modo di pensare omertoso della sua Cinisi. 31 anni non sono né giovani né anziani, sono gli anni per impegnarsi in un futuro più bello, un futuro in cui non si debba più avere paura di esprimere le proprie idee, un futuro in cui valga la giustizia e non la minaccia, anche nella
nostra Nereto. Oggi Insieme a Pio La Torre facciamo cento passi di legalità e impegno civico.
Matteo Settepanella – Candidato Sindaco Insieme per Nereto
(messaggio elettorale)