A dirlo il gruppo consiliare Montorio Guarda Avanti.
“Sulle dimissioni della vice sindaca Francesca Di Luigi, che pure ha motivato la scelta facendo riferimento a questioni personali, si sono susseguite varie interpretazioni e letture. Non è infatti passato inosservato che le dimissioni sono arrivate in una momento delicato. Sembra quasi un dispetto o un atto di insubordinazione non averle rinviate a dopo il 13 febbraio, insomma di qualche giorno appena. Ma ci siamo, presto sapremo come evolverà la crisi. Perché che di crisi si tratta nessuno può dubitare. Il susseguirsi di dimissioni appare a tutti segno tangibile di tensioni ormai insostenibili”.
E ancora: “In un contesto sociale dove occorrerebbe dare certezze, si alimentano piuttosto i dubbi dei cittadini sull’adeguatezza dell’azione amministrativa e, forse, anche i dubbi della Di Luigi, che ha finito col cedere rispetto all’impegno precedentemente assunto. Dubbi sorgono ad esempio sulle modalità di affidamento della gestione del Centro diurno di Villa Brozzi. L’amministrazione ha fatto ricorso all’affidamento diretto, come consentito dalla legge per importi sotto soglia, e ha premiato una società di Benevento escludendo, per il principio di rotazione, altre società che avevano manifestato interesse e che probabilmente avrebbero rassicurato l’utenza per la continuità positiva su un servizio in cui la relazione interpersonale ha la massima rilevanza. Per principio di trasparenza, economicità ed efficienza non sarebbe stato opportuno valutare anche altre offerte sulla base di requisiti tecnici ed economici? Perché ci si è fermati alla sola offerta di una società di Benevento (individuata come?) e non sono stati presi in considerazione i tanti altri operatori economici qualificati presenti nella nostra provincia? Sono domande che molti cittadini si sono posti, e anche noi .
Per rimanere in materia di servizi… L’accesso agli atti che abbiamo fatto per verificare la concessione delle gratuità per i servizi di scuolabus e mensa ha permesso di evidenziare che molti bambini sono stati esclusi dalle gratuità perché i genitori non sono in regola con i tributi comunali. Forse queste famiglie hanno difficolta economiche? Sono senza lavoro? A nostro avviso non andavano fatte distinzioni su questi criteri per i servizi che coinvolgono proprio i bambini. Sull’esclusione dalla gratuità sulla base del criterio della cittadinanza, secondo quanto recitava la prima delibera (quella discriminatoria), prendiamo atto che non è vero, come dichiarato dal sindaco in Consiglio comunale, che non ci sono stati esclusi. Facciamo notare che questa amministrazione guidata dal sindaco Altitonante, ha preferito spendere soldi dei cittadini, circa 7 mila euro, per pagare gli avvocati per opporsi al ricorso contro la delibera discriminatoria, quando invece poteva utilizzarli subito per concedere gratis a tutti il servizio, evitando caos e umiliazioni”.
E concludono: “Forse avranno contribuito anche scelte amministrative imbarazzanti come queste a mettere in crisi la maggioranza. Speriamo che qualcuno si stia ravvedendo”.