Montorio. “Durante il consiglio comunale tenutosi ieri a distanza per via telematica, presieduto dal vicesindaco Raniero Barnabei, che ha gestito l’assise civica tentando di liquidare la questione in modo sbrigativo, non è passata inosservata l’assenza del sindaco Fabio Altitonante” dichiarano i consiglieri di minoranza Alessandro Di Giambattista, Eleonora Magno, Andrea Guizzetti e Alessia Nori. “Assente forse proprio per tentare di tenersi al di fuori di una situazione che presenta troppi punti oscuri”.
“Il consiglio comunale si è svolto a seguito della contestazione da parte della minoranza della condizione di incompatibilità di Adele Ricci alla carica di consigliere comunale con riferimento alla nota “Legge Barca”, ovvero al divieto di esercitare al contempo il ruolo di consigliere comunale e di presidente di consorzio obbligatorio legato alla ricostruzione post sisma 2009. La consigliera Ricci, ancora alla data del 1 aprile scorso, risultava agli atti del comune ricoprire la carica di presidente di un consorzio”, continuano i consiglieri di minoranza, “e la richiesta di chiarimento su una questione tanto rilevante è stata doverosamente presentata dall’opposizione prima con una interrogazione e poi, in assenza di una chiara e convincente risposta degli interpellati, con una richiesta di consiglio comunale esclusivamente dedicato alla questione, per far luce definitivamente e rassicurare i cittadini sull’assenza di potenziali conflitti di interesse all’interno del comune”.
“Ebbene, la convocazione di questo consiglio è stata tenuta nascosta, violando leggi, regolamenti e ogni principio di democrazia e di trasparenza. Il sindaco non ha dato pubblicità alla seduta e non ha permesso alla cittadinanza di poterla seguire, infatti a differenza delle altre volte non l’ha trasmessa neanche in streaming. Perché nelle altre occasioni ha pubblicizzato e enfatizzato le riprese video con telecamere poste in ogni lato del consiglio e ieri no? Perché ieri il consiglio si è potuto svolgere online, quando nei periodi di forte diffusione del covid nel nostro paese, nonostante le nostre ripetute richieste, il sindaco si è sempre rifiutato di ricorrere alla videoconferenza ostinandosi a svolgere le riunioni in presenza?”
“Ma la questione più grave arriva in fase di discussione” aggiungono Di Giambattista, Magno, Guizzetti e Nori. “Infatti, per tutto il corso della seduta, la Ricci e la maggioranza parlano di un verbale di nomina del nuovo presidente del consorzio che sanerebbe, dopo quasi “otto mesi”, lo stato di incompatibilità plausibilmente perdurante anche per effetto della “prorogatio imperii”, ma agli atti del consiglio, cioè gli atti che devono essere messi a disposizione di tutti i consiglieri, ovviamente anche quelli di minoranza, non risulta depositato niente. La minoranza, tramite i capigruppo, viste le numerose irregolarità, confermate nella seduta dallo stesso segretario comunale, soprattutto la mancanza degli atti citati da esaminare, chiede il rinvio, anche a garanzia della stessa Ricci. La maggioranza, testa bassa, forse poco serena rispetto alla prospettiva di un ulteriore approfondimento, mette frettolosamente e illegittimamente a votazione la delibera, respingendo la procedura di avvio della contestazione e chiudendo unilateralmente il discorso”.
E ancora: “Durante la discussione apprendiamo che il verbale della nomina del nuovo presidente che sostituisce l’uscente Adele Ricci dal consorzio in questione è datato 10 aprile. Strano, molto strano!” concludono Di Giambattista, Magno, Guizzetti e Nori. “Agli atti del comune il 1 aprile la consigliera Ricci risulta essere presidente di un consorzio a Faiano, il 17 aprile in consiglio comunale presentiamo una interrogazione in merito, il 24 aprile sempre in consiglio comunale la consigliera risponde all’interrogazione in modo evasivo, quando avrebbe potuto, ammesso che effettivamente lo avesse, tirare fuori il verbale, evitando un ulteriore consiglio, ma non lo ha fatto. Ieri, 12 maggio, in un consiglio top-secret, la maggioranza respinge la delibera, facendo riferimento a questo verbale, non depositato agli atti del consiglio e che quindi non abbiamo potuto vedere, datato 10 aprile. Tutto poco lineare e trasparente, anzi decisamente opaco.
Resta comunque forte il sospetto che per otto mesi la Ricci sia stata in uno stato di incompatibilità e non occorre sottolineare che la questione assume particolare rilevanza investendo l’ambito della ricostruzione post sisma: un tema molto delicato che richiede il massimo della trasparenza”.