L’appunto parte proprio da uno degli aspetti salienti della modifica dello strumento urbanistico: ossia l’avviso pubblico per procedere alla retrocessione delle aree edificabili.
“Se non fosse che delle 26 proposte attenzionate e recepite dal progettista Marco D’Annuntiis, magicamente ve ne era una presentata prima dello stesso termine dell’avviso pubblico e che addirittura veniva assentita dal progettista il quale la recepiva nella variante PRG quand’anche prevedesse un aumento di cubatura”, sottolinea la D’Amelio. “Delle due l’una: o l’avviso pubblico non ha alcun valore di riferimento per la cittadinanza tanto a decidere sono altri oppure ciò che reca scritto vale per taluni ma non per tutti. Ma tant’è. E non basta”.
Addirittura, nella Variante al PRG si è deciso – chi, come, quanto e perchè non è dato saperlo – che in assenza persino di una specifica istanza di privato ma bellamente per decisione scesa dall’alto, un terreno della collina tortoretana potesse passare da verde privato a area edificabile e, si badi bene, la zona interessata è di ben 1000 mq.
Che poi si voglia far passare il messaggio che la Variante al PRG non contempli aumenti di cubatura se non impercettibili è fatto così curioso e fantasioso smentito dall’evidenza giacchè la stessa variante in questione prevede apertamente l’esatto contrario. Basti pensare che l’art 7 delle norme tecniche di attuazione della variante, a chiare lettere stabilisce che per gli edifici residenziali esistenti alla data di approvazione del previgente Prg ricadenti nelle zone B, è ammesso un incremento una tantum della superficie esistente legittima o legittimata, in deroga all’indice di utilizzazione fondiaria (Uf), purché nel rispetto del DM 1444/68 e nei limiti di quanto prescritto dal Codice Civile.
Ora D’Amelio domanda: “Se la variante al PRG doveva tenere conto di quanto indicato nell’avviso pubblico e se nel detto avviso pubblico si parlava di sola retrocessione ad aree agricole per quale arcana ragione si è assentito l’aumento di cubatura per alcuni privati aprioristicamente individuati?” Ma le stranezze o peggio le preoccupazioni non finiscono qua.
Polo scolastico. Durante la seduta consiliare, poi, si è parlato anche della collocazione del polo scolastico, pur non rientrando nel tema all’ordine del giorno, ed è stato poi chiarito che lo stesso sarà localizzato, come d’altro canto noto da tempo, nell’area di via Napoli
A domanda diretta del capogruppo Libera D’Amelio, se la realizzazione della scuola in quel sito rispettasse i dettami normativi della cosiddetta Legge Galasso, è calato un silenzio fragoroso. Le legge in questione prevede che per le opere erigende dopo l’85 si debbano mantenere fermi dei parametri stringenti rispettosi del vincolo ambientale e nello specifico prevede la possibilità di realizzare opere, come nel caso del polo scolastico a Tortoreto, mantenendosi però a 300 metri dalla battigia e a 150 metri dai fiumi, torrenti e corsi d’acqua. Di tale disposto normativo nella variante al PRG non v’è menzione alcuna e neppure risposte tecnico/normative/urbanistiche sono state fornite. In sintesi, l’amministrazione comunale ha individuato il nuovo sito per la scuola proprio in una zona di inedificabilità secondo quanto prevede la legge Galasso e questo ci preoccupa.
Abbiamo speso 85.000mila euro per il PRG (approvazione nel 2019) e altri 85.000mila per la variante nel giro di un paio d’anni e la speranza è che non sia l’ennesimo episodio di un atto finito nel cassetto”.