Il primo è stato il candidato sindaco Carlo Antonetti, appoggiato da liste civiche e da quelle della coalizione di centrodestra: “Ai miei concittadini, che in queste settimane mi hanno inondato di calore, affetto, consigli, richieste e speranze, voglio dire che ci siamo: possiamo scrivere insieme una nuova storia. La nostra storia. Una nuova storia che abbia il cittadino al centro dell’azione amministrativa, che parli un linguaggio politico semplice, efficace e moderno e che abbia alla base l’entusiasmo e il coraggio di partecipare e di mettersi in gioco con l’orgoglio di essere teramani.
Teramo ha bisogno di tornare a vincere. Io voglio vincere con la mia città e per la mia città. Perché Teramo non è questo borgo rassegnato e triste nel quale, dopo cinque anni di annunci e promesse, ci ritroviamo a vivere. Teramo è di più e tutti insieme la dobbiamo riconquistare, per noi e per i nostri figli. Lo sappiamo che, negli ultimi cinque anni, tra ritardi e attese, lentezze e rinvii, passi indietro e occasioni perdute, ci siamo sentiti tutti un po’ smarriti, rassegnati, delusi, confusi, persi in una Babilonia di annunci senza progetti e promesse senza futuro… ma adesso basta… adesso cambiamo tutto, perché questa… ‘non è la Babilonia ma è Teramo città’. Dipende da voi, andiamo a correre, andiamo a votare, contro una città spenta e triste, vinciamo al primo turno, cambiamo la storia”.
Poi è stato il turno della candidata Maria Cristina Marroni: “Nel 2020 hanno tentato di buttarmi via ma io sono ancora qui più forte che mai. In quel 2020 si è consumata una truffa elettorale. Era stato fatto un accordo civico, era un accordo per il Comune e poi il sindaco ha messo nella sua maggioranza due candidati che prima erano contro di lui. Io sono più forte grazie a voi 95 candidati che siete con me. A differenza degli altri che un lavoro non ce l’hanno e devono vivere di politica. Abbiamo creato un partito nostro autonomo e sarà un partito di cui tener conto nel domani e nel futuro.
Tutti sono buoni a prendere soldi dalle casse del Comune e far venire i cantanti, che bravura c’è? Siamo contenti ci siano i concerti, ma prima vengono i disabili, le famiglie ed i diritti dei più deboli. Rispetto al 2018 abbiamo perso residenti e non è vero come dice il sindaco che è in linea con i dati nazionali, è una bugia. Teramo ha fatto peggio di tutte le province abruzzesi. Dobbiamo dire che la sanità è un vero neo della nostra città e della nostra regione. I cittadini non sono interessati a dove verrà costruito il nuovo ospedale, ma a quanto tempo ci vuole per prenotare una visita. Non credete a chi dice che i giochi sono deboli e che io sarei debole, fino ad ora ci sono stati gatti, io sono una pantera e la storia di Teramo cambierà”.
Ha chiuso il sindaco uscente, Gianguido D’Alberto: “La scelta per il nostro imminente futuro: domenica e lunedì, giorni per decidere, ancora una volta, con l’esercizio del voto libero e consapevole, proprio di ciascuno, chi ci rappresenterà nell’assise comunale. La nostra amata città, Teramo, potrà proseguire il percorso di rinnovamento già avviato nel 2018 e continuare a caratterizzarsi per essere divenuta una una Comunità permeata di valori sani che pone sempre al centro il rispetto della persona, dei più fragili, dei più piccoli, il diritto alla felicità di ciascuno.
Una politica al servizio della collettività, sempre attenta al merito, alla sostenibilità e alla trasparenza: tutto ciò ci ha guidati in questi primi cinque anni, gli anni della rigenerazione urbana e sociale, evidenti a Noi tutti, gli anni che consegnano a Noi cittadini un Comune con un bilancio sano e solidale, con una politica etica che si pone ogni giorno al servizio della comunità. È questo il percorso che dobbiamo scegliere ed insieme possiamo continuare a percorrerlo per il bene di una città, la nostra Teramo, che non si volti più indietro e voglia soltanto guardare con estrema fiducia al futuro. Teramo ha dimostrato di essere grande, è offensivo definirla triste. Noi vogliamo una città libera ed inclusiva, che sappia rimuovere le barriere architettoniche e fisiche. Abbiamo fatto e faremo altro ancora”.