Elezioni Teramo, Antonetti a Comunione e Liberazione: “Ecco la mia idea di città”

Il candidato sindaco, Carlo Antonetti, replica così alla lettera aperta inviata ai candidati sindaco da parte di Comunione e Liberazione Teramo.

“Nella mia visione di città, nella mia idea di Teramo del futuro, sono l’uomo e la famiglia il centro di ogni vera, reale, efficace azione politica. L’uomo inteso nella sua pienezza, quale cittadino certo, ma anche quale creatore di famiglie, quale genitore, quale costruttore di idee, quale anima sensibile da incentivare alla libertà dell’emozione. La politica deve saper costruire una città nella quale l’Uomo trovi il teatro delle sue espressioni, ma soprattutto la certezza di un aiuto sempre presente. Nel mio programma, ho voluto inserire un “piano strategico del welfare”, che preveda la nascita di una nuova governance di sistema, ance con un’ Agenzia strategica per lo sviluppo e la sostenibilità di lungo termine del sistema, pubblico e privato, di produzione e distribuzione dei servizi di welfare, con Ateneo, soggetti del terzo settore cittadino, rappresentanti del mondo imprenditoriale e professionale. Nella “mia” Teramo, la politica deve affrontare e risolvere la crisi abitativa, con un censimento di tutti i “luoghi del vivere” assegnabili alle famiglie in difficoltà, riveste un valore sociale altissimo. Nella “mia” Teramo, l’ospedale non è un dibattito sul “dove” che deve essere individuato dal comune di concerto con i cittadini ma la pretesa di un “come” in grado di garantire una risposta di altissima qualità alla domanda di salute dei nostri concittadini. Nella “mia” Teramo, le famiglie saranno al centro di un progetto che mira a ridurreci livelli di marginalizzazione, disagio, fragilità sociale, economica, relazionale, anche col ripristino del consultorio familiare, la creazione Centro cittadino di mediazione culturale, il contrasto della violenza intrafamiliare in sinergia con il centro antiviolenza. Voglio aprire “punti famiglia” in tutti i quartieri”.

PARTECIPAZIONE E SUSSIDIARIETÀ “La politica della partecipazione è la base stessa della mia scelta di impegnarmi, accettando la candidatura a sindaco. Ho infatti accolto la proposta di “partecipare” alla costruzione del futuro della nostra città, e voglio svilupparla appunto seguendo un’idea di condivisa partecipazione, che parta proprio da quella “difesa di ogni novità di vita” alla quale fanno riferimento gli amici di CL. E quale novità di vita è più nuova dei bambini. E’ dai bambini che voglio ripartire, rivedendo le scelte di privatizzazione degli asili, per aumentare il più possibile il numero di posti disponibili. Voglio rinnovare la gestione della refezione scolastica, che potrà diventare modello di riferimento puntando sull’alta qualità, grazie ad un’attenta rivisitazione dei menù e delle modalità stesse di erogazione. 
Voglio puntare sulla scuola, quale perno fondamentale della ripartenza, tanto di un territorio quanto di un intero Paese. Una scuola debole crea cittadini deboli. È dovere di un Primo Cittadino spendere tutte le proprie forze perché i nostri ragazzi abbiano, tutti, le stesse possibilità di studio dei loro coetanei nel resto d’Italia. Voglio creare una “Consulta dei genitori” e abbattere le barriere tra scuola e famiglia per attivare una collaborazione finalizzata all’accrescimento e al sostentamento del potenziale di ogni bambino. Per queste finalità saranno avviati progetti specifici, in grado di sviluppare una Città inclusiva, accogliente, vivibile dove le famiglie possano essere abbracciate e essere prese figurativamente per mano dalla comunità, laddove c’è bisogno dell’impegno straordinario dell’Amministrazione comunale. Voglio creare servizi extrascolastici, quali corsi di teatro, lingue, arte e sport con agevolazioni per le famiglie meno abbienti: potenziamento parchi scolastici con l’introduzione di giochi inclusivi; creazione di programmi per il tempo libero e le pari opportunità; introduzione dello psicologo presente nella quotidianità scolastica (in sinergia con la Asl). Voglio lanciare un progetto sperimentale “dopo scuola +”, nel quale ogni scuola pubblica del territorio, con appositi bandi, sarà assegnata ad associazioni, società e cooperative per introdurre una serie di offerte complementari e integrative, quali: Lego, Robot innovativi, Fumettistica, … che siano di aiuto per i genitori – lavoratori e per il personale scolastico, ma soprattutto un’opportunità per i bimbi di arricchire la costruzione della fantasia. E voglio pensare ai nonni, creando luoghi e momenti comuni che includano bimbi e anziani, perché possano donarsi vita a vicenda: laboratori manuali, piccoli orti, cura del verde e pet- therapy per favorire progetti di scambio generazionale e attrarre la curiosità e l’interesse dei bambini, aumentando al tempo stesso la loro concentrazione”.

 

DISABILITÀ. “La città che vogliamo è inclusiva, senza barriere architettoniche e che offre pari opportunità per tutti, indipendentemente dal sesso, dalla condizione socioeconomica, dall’età e dall’origine. Una città giusta, tollerante e aperta che offre a tutti opportunità di integrazione nella società e stimola la coesione e la partecipazione. Nel mio programma c’è una Teramo città dei diritti, perché la forza di una città la si misura con la sua capacità di essere al passo con i tempi, di respirare lo spirito del tempo e lo spirito del tempo è quello di ampliare la sfera dei diritti dei cittadini accogliendo le nuove istanze con il coraggio di porsi all’avanguardia. Nessuno deve rimanere indietro La società teramana è caratterizzata da processi di involuzione sistemica, che attengono al sistema di relazioni tra le persone, alla progressiva marginalizzazione dell’istituto familiare, ad una crisi economica e produttiva che produce effetti negativi in termini di coesione, controllo ed equilibrio sociale. Determinante sarà, nella nostra strategia, il PEBA. lo strumento di programmazione e di miglioramento della qualità della vita previsto dalla Legge 41/86 che prevedeva, entro un anno dall’entrata in vigore, che tutti i Comuni lo adottassero. Come purtroppo è noto, invece, il Comune di Teramo non si è mai dotato di questo Piano e molte aree, uffici e servizi pubblici, risultano, ancora oggi, non accessibili alle persone con disabilità. A distanza di quasi trent’anni, il tema delle barriere architettoniche continua a limitare l’autonomia e la qualità della vita di molte persone, non solo delle persone con disabilità. Non tutti sanno che il Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche (P.E.B.A.) è un documento obbligatorio, previsto dalla normativa nazionale, che tutti i Comuni dovrebbero avere. Il nostro P.E.B.A. è un piano strategico che ha come obiettivo l’eliminazione delle barriere architettoniche ancora esistenti sia all’interno degli edifici pubblici sia sui percorsi urbani, che si configura come uno strumento programmatico e ricognitivo, volto a conoscere e programmare gli interventi di abbattimento delle barriere architettoniche. Per finanziare il P.E.B.A. si utilizzeranno le risorse del Decreto Sostegni bis, n. 73/2021 che, per dare attuazione alle politiche volte all’inclusione, all’accessibilità e al sostegno a favore delle persone con disabilità, ha costituito un fondo con una dotazione finanziaria di 100 milioni di euro dal 2021 e per gli anni a seguire”.

IL VOLONTARIATO. “Il volontariato è l’unico lavoro in cui lo stipendio è fatto di emozioni” si sua dire. E’ vero, ma non solo. Il volontariato deve essere anche un lavoro “facilitato” dalla politica, perché chi decide di mettersi al servizio degli altri e di farlo solo per spirito solidaristico, non può e non deve sopportare l’insulto della burocrazia, spesso ottusa nella gestione di questo genere di iniziative. Nel mio programma, ho previsto una vera e propria “partecipazione pubblica” al volontariato, costruita sia su un sistema interconnesso di possibili azioni, quali ad esempio la banca del tempo, ovvero un sistema di scambio locale non monetario per il potenziamento delle reti fiduciarie, anche garantendo la prosecuzione dei servizi di assistenza scolastica ai bambini diversamente abili. Ma progettiamo anche una forma di volontariato finalizzato, per così dire “agevolato”, quale il baratto amministrativo, che consentirà di pagare tasse (TARI etc), non in denaro, ma con giornate lavorative, ad esempio, assicurando la manutenzione del verde pubblico o altri servizi a favore della collettività. Nella mia visione della Teramo del futuro, c’è anche la creazione di una Consulta del terzo settore e volontariato Un unico punto di raccordo in cui coloro che erogano servizi e i rappresentanti delle organizzazioni sociali del territorio comunale condividono informazioni, pianificano e monitorano le azioni intraprese e da intraprendere. Con l’obiettivo di migliorare la qualità dei servizi e la vita dei propri cittadini. Un progetto ambizioso che vede il Comune, quale primo recettore delle esigenze della collettività, al centro di un modello di gestione coordinato, efficiente ed efficace. In una città come la nostra, proiettata a diventare un modello virtuoso di rigenerazione sociale e urbana, riteniamo strategico che nessuno rimanga indietro, soprattutto i più deboli.

Impostazioni privacy