“Ridurre il numero degli infortuni delle malattie professionali e degli incidenti nei luoghi di lavoro è possibile solo se tutte le aziende, pubbliche e/o private che siano, forniscono ai propri lavoratori mezzi ed attrezzature idonee. In troppi casi, anche nel teramano, riscontriamo situazioni in cui si fanno utilizzare strumenti affatto adeguati e che possono, in diverse circostanze, condizionare o addirittura compromettere pericolosamente il livello di sicurezza dei lavoratori”.
Lo sostiene il segretario provinciale del sindacato Fiadel, Massimo Di Carlo: “Sui luoghi di lavoro vanno rispettate la salute e la sicurezza ed è urgente che le aziende, pubbliche e private, forniscano mezzi e attrezzature adeguate ai propri dipendenti perché la raccolta rifiuti con il sistema porta a porta spinto usura i lavoratori. Ci sono linee guida INAIL da rispettare, ci sono decreti legislativi che dettagliano gli obblighi in capo ai committenti”.
E tra i committenti, ci sono anche gli enti locali come i Comuni: “E’ necessario uno scatto di responsabilità da parte di tutti. I committenti devono controllare puntualmente le affidatarie dei propri servizi e devono farsi garante del pieno rispetto dei capitolati d’appalto. Non c’è nulla da inventarsi in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro: basterebbe adottare le misure già previste a livello normativo e pretenderne l’applicazione, a tutela di chi lavora ed eroga i servizi”, conclude il segretario Di Carlo.
Urge, conclude la Fiadel, una cultura della sicurezza sul lavoro.
Per questo sostiene il percorso della Fondazione Ruber Triva e la sottoscrizione della Carta d’Urbino: “E’ una dichiarazione d’intenti per promuovere una buona organizzazione che diventa la condizione determinante per il benessere dei lavoratori nei luoghi di lavoro. Immaginare una nuova realtà, dove qualità della vita e produzione si bilancino con principi etici e educativi, deve essere un obiettivo concreto e non solo una visione”.