A dirlo Marco Di Nicola, vice sindaco di Torricella Sicura e delegato del Consorzio Bim Vomano Tordino.
“Chiediamo, infatti, se cambiare volto significhi organizzare, come primo atto, un convegno sui fondi del PNRR, spendendo cospicue risorse del Bim, che poi non ha alcun senso logico in quanto gli stessi già vengono programmati da Anci, Regione e Provincia. Chiediamo se inclusione significhi etichettare i comuni consorziati in comuni di Serie A e di Serie B, attraverso la differenza di trattamento rispetto all’erogazione dei contributi, senza alcun criterio di equità. Lo stesso D’Alonzo ha più volte ribadito di non voler applicare il classico criterio delle quote di ripartizione tra comuni da due delegati (montani) e comuni da un solo delegato: quindi quale criterio ha applicato? Chiediamo se rispettare i territori significhi aumentare, tra i primi atti, i costi del personale istituendo lo staff del presidente in un piccolo ente e con una mole lavorativa molto ridimensionata e diversa rispetto a Regione, Provincia e Comuni ovviamente a discapito delle risorse da destinare agli stessi”.
E ancora: “Si consideri che gestire un Ente sovracomunale, dove gli attori principali sono i sindaci e i delegati, è molto diverso che amministrare un piccolo comune di montagna. Il presidente di un ente sovracomunale deve essere solo ed esclusivamente a servizio delle comunità amministrate e deve gestire in maniera seria, equa e al di sopra di ogni sospetto le risorse assegnate, che ricordiamo sono il ristoro ambientale dovuto ai comuni da parte dei grandi concessionari delle derivazioni idroelettriche. Le vicende accadute sono, invece, l’emblema di una governance autoritaria, superba e nello stesso tempo superficiale, che ha leso gravemente l’immagine dell’Ente e il rapporto di fiducia con i comuni e le comunità amministrate. Le accuse mosse a D’Alonzo per aver affidato dei lavori di appalto di servizi ad un suo parente configurano un atto gravissimo, per niente attenuate ma anzi ancora più aggravate dal fatto – reso noto pubblicamente dal presidente – che i provvedimenti in questione sono state ritirati in via di autotutela, una volta che si era diffusa la notizia. A tutto ciò non possono che seguire le dimissioni immediate e irrevocabili del presidente”.
Di Nicola sottolinea che “c’è, infatti, un malcontento diffuso: i sindaci del comprensorio sono fortemente sconcertati e imbarazzati da questa vicenda e, da più parti, si chiede un azzeramento della governance, anche in considerazione del fatto che l’operatività dell’Ente, a poco più di due mesi dall’insediamento del presidente e del nuovo esecutivo, è stata gravemente compromessa in quanto tutte le risorse da destinare ai Comuni risultano già impegnate: fatto mai visto nella storia dell’Ente, tanto più che molti Comuni anche importanti in proporzione alla superficie montana non hanno ricevuto alcun finanziamento. Date queste premesse, che non sono frutto di strumentalizzazioni ma fatti concreti, si chiedono pertanto le dimissioni immediate di tutto l’esecutivo e di ridiscutere e ridisegnare in maniera unitaria, senza divisionismi, la governance del Bim coinvolgendo i delegati dell’assemblea, i sindaci e i dirigenti politici locali, che sono sicuro non potranno che dissociarsi all’unanimità da questa modalità di gestione della cosa pubblica per convergere su una nuova e condivisa gestione dell’Ente, rispondente all’esclusivo interesse pubblico dei territori”.