Teramo. Tutto il contrario di quanto affermato dal centrodestra ed, in particolare, dal sindaco Maurizio Brucchi. Il Partito Democratico “sbugiarda” (almeno nelle intenzioni dei democrat) i “guanti” utilizzati dall’amministrazione comunale nello stilare il regolamento dell’imposta unica comunale, che racchiude Imu, Tasi e Tari, verso le fasce più deboli e le imprese.
“Prendiamo la Tasi – ha spiegato l’ex candidato sindaco Manola Di Pasquale – E’ al massimo consentito (2,5 per mille; ndg) a cui va aggiunto lo 0,8 per mille per permettere le detrazioni. Nella maggior parte dei casi chi ha un reddito inferiore a 10mila euro si trova nelle case popolari e gode già di suo di detrazioni. Lo stesso discorso vale per le imprese, dove addirittura non sono previste detrazioni. Manca una strategia precisa per le imprese”. Poi si passa alla TeAm: “Abbiamo finalmente esaminato i consuntivi del 2012 e del 2013 – proseguono dal Pd – C’è una differenza di 600mila euro dal Pef presentato dalla Teramo Ambiente per l’anno in corso. Una differenza che deve essere colmata comunque, quindi non capiamo come Brucchi possa dire di aver presentato un Pef meno pesante per i portafogli dei cittadini”.
Venerdì, giorno del Consiglio Comunale, si annuncia battaglia, anche perché il Pd presenterà diversi emendamenti per avere più detrazioni a favore delle fasce più deboli e delle imprese.
La presa di posizione del Sunia. Pd (oggi) e Cinque Stelle (ieri) non sono i soli a scagliarsi contro lo IUC. “Congiuntamente al SICET e all’UNIAT, avevamo chiesto di essere preventivamente consultati, avendo peraltro scritto al Sindaco fin dallo scorso 30 Giugno. La scorsa settimana abbiamo reiterato la richiesta. Il confronto sui temi fiscali ci è stato invece negato – afferma Ernino D’Agostino del Sunia Teramo – Avevamo proposto, in particolare, che gli inquilini fossero esentati dal pagamento della TASI, essendo del tutto irragionevole che un’imposta di natura patrimoniale sia pagata in parte dai conduttori (tantissimi Comuni hanno compiuto questa scelta). Invece, la proposta della Giunta Comunale prevede addirittura che gli inquilini paghino il massimo consentito dalla legge (il 30%). Chi fa questa proposta non ha il senso della realtà ed ignora, evidentemente, che nel 2013 il Comune di Teramo ha registrato oltre la metà degli sfratti per morosità dell’intera provincia, con un incremento del 65%. Ci sono centinaia di famiglie che non ce la fanno a sostenere i costi delle abitazioni”. E continua: “Il sindaco di Teramo non ha mantenuto l’impegno, assunto nei confronti delle Organizzazioni rappresentative degli inquilini e della proprietà immobiliare lo scorso 18 Febbraio, in occasione della sottoscrizione del nuovo Accordo territoriale per la disciplina dei contratti a canone concordato (contratti, ivi compresi quelli per gli studenti universitari, con canoni inferiori a quelli di mercato e sostenuti da agevolazioni fiscali sia per i proprietari che per gli inquilini). Il sindaco si era impegnato a valutare la possibilità di ridurre l’aliquota IMU per tale tipologia di contratti e ad incontrare su tale tema le Organizzazioni”.
Per questo il Sunia, “rivolge un appello al sindaco e ai Gruppi consiliari di maggioranza e di minoranza perché siano apportate radicali modifiche sulle questioni sollevate”.