“L’ introduzione del Patto di stabilita’ interno ha creato non pochi problemi agli amministratori locali , soprattutto in relazione alla possibilita’ o meno di ricorrere a prestiti destinati al finanziamento di investimenti – scrive Pompizi. Non sfugge a nessuno l’evidente contraddizione in cui sono costretti a vi vere gli amministratori: il verificarsi di danni pesanti all ‘ assetto del territorio da un lato e contemporaneamente, l ‘ impossibilita’ di utilizzare le poche risorse a disposizione anche e soprattutto ai fini di una giusta e corretta prevenzione .
E’ di rigore , dunque , condividendo tali intenzioni, lanciare un appello unitario, forte e chiaro, alla Presidenza del Consiglio affinche’ vengano escluse dal patto di stabilita’ interno: le spese di manutenzione e di restauro del patrimonio pubblico, le spese destinate al risanamento idrogeologico e della difesa del suolo, il finanziamento delle spese destinate alla messa in sicurezza degli edifici scolastici. E’ indispensabile, infine, che i Comuni fino a 5000 abitanti vengano esonerati dal Patto, mentre per tutti gli altri va ripensato”.