Teramo. L’ennesimo rincaro delle autostrade dei Parchi (A24-A25) manda su tutte le furie il Movimento Cinque Stelle di Teramo, che attacca Chiodi e D’Alfonso, così come la società Toto, gestore delle autostrade, la quale ha giustificato l’aumento di circa l’8% con gli investimenti effettuati nonostante il momento di crisi.
«La rete autostradale non l’ha pagata Toto ma noi italiani – spiegano dal Movimento – La privatizzazione è avvenuta a fine anni ’90 quando l’investimento per la realizzazione delle opere era stato ammortizzato. Il pedaggio è quindi una imposta a tutti gli effetti che però non è riscossa dallo Stato ma da privati.
La stessa Strada dei Parchi ci ricorda, beffardamente, che l’aumento del pedaggio è da ricondurre quasi esclusivamente alla costruzione delle Complanari di Roma, che servono essenzialmente il traffico della capitale e di cui non beneficiano in alcun modo, ad esempio i pendolari, gli autotrasportatori e gli altri automobilisti che percorrono il tratto Teramo-L’Aquila»
I Cinque Stelle attaccano poi la Regione Abruzzo: «In questo quadro vagamente surreale è davvero disarmante il silenzio della politica abruzzese ed in particolare dei due acclamati competitor alla poltrona di prossimo Governatore della Regione. Viene da chiedersi, ad esempio, se ci sia ancora un Presidente in questa Regione disastrata e perché, al di là delle chiacchiere, non si sia attivato a suo tempo presso il Governo per scongiurare questo ulteriore salasso che colpisce drammaticamente i cittadini e l’economia abruzzesi».
I Pentastellati si scagliano anche contro D’Alfonso: «Altrettanto inquietante l’assenza dal dibattito del verbo dell’onnipresente Luciano D’Alfonso che in questo caso stranamente tace: non vogliamo neanche pensare che il comportamento sia da ricondurre alle note frequentazioni con l’imprenditore Toto alle quali fanno riferimento anche le carte processuali che lo riguardano. Invitiamo quindi gli esponenti del PD e del PDL che si oppongono solo sulle pagine dei giornali all’ennesimo provvedimento a danno dei cittadini abruzzesi, a cessare la solita manfrina ed uscire per coerenza dai partiti di riferimento».