Ieri pomeriggio, San Giacomo di Valle Castellana è stata teatro di svolgimento del convegno dal titolo, appunto, “La montagna che guarda al futuro”.
Come da programma, i relatori presenti, della politica abruzzese e marchigiana, sono intervenuti avanzando proposte per il rilancio e lo sviluppo della montagna.
Parole che, tuttavia, a chi quei luoghi li vive, sono apparsi come una “Lectio magistralis” priva di contatti con la realtà.
Lo spiega meglio Sara Volpini, presidente del Comitato cittadino per la viabilità Valle Castellana, che da mesi si batte per far uscire il piccolo borgo dall’isolamento cui è costretto dopo le frane, dovute al maltempo, che hanno interrotto qualunque collegamento viario.
“Tutti i politici si sono limitati a fare la loro ‘Lectio magistralis’ sulle prospettive future per valorizzare il territorio” commenta Volpini “purtroppo senza prendere in considerazione la voce dei cittadini di Valle Castellana che affrontano quotidianamente tutti i disagi dovuti al totale abbandono del territorio da parte della politica. Subito dopo, infatti, si è acceso un dibattito sulle reali criticità che caratterizzano il nostro territorio, prima su tutte l’emergenza viabilità, che ostacola da anni la permanenza sul territorio dei suoi abitanti, rendendo invivibile ed insostenibile la vita in questi posti. Purtroppo prendiamo atto che anche questa è stata un’occasione mancata. Oltre a grandi assenze, in un momento cosi delicato, di figure politiche che dovevano esserci, quali il presidente della Provincia di Teramo ed il presidente della Regione Abruzzo, si è verificato che i relatori al termine dei loro interventi sono andati via. Cioè si sono limitati a preannunciare grandi ipotesi di sviluppo, di programmi, di interventi, senza contestualizzare le loro linee programmatiche sul territorio (ricordiamo a noi stessi che la strada principale di accesso che va da Valle Castellana ad Ascoli Piceno è chiusa da più di un mese). Ebbene le considerazioni che sorgono spontanee in questo caso sono banali: è inutile parlare di futuro in un territorio in cui il futuro è difficilmente prospettabile già per chi ci vive. Figuriamoci se si può parlare di sviluppo turistico. La politica ieri non ha fatto altro che confermare se stessa propinandoci una serie di ricette utopiche senza contestualizzarle sul territorio. Ne si è voluta soffermare a riflettere ed ascoltare le richieste di aiuto che vengono dal territorio per veicolarle nelle sedi istituzionali. L’ ennesimo fallimento di una politica che è sempre più distante dal cittadino, che non ascolta la base, che si autoalimenta di discorsi in contrasto con lo stato reale delle cose, e che poi se ne va. Una politica che ancora una volta si sottrae, ad eccezione dell’assessore Elicio Romandini, unico rimasto fino alla fine e che con senso di responsabilità si è sottoposto con coraggio al giudizio del popolo”.