Teramo, l’affondo del Pd: caso Ciapanna e pressione fiscale

pd_teramoTeramo. Il Partito Democratico entra a gamba tesa sul bilancio del Comune di Teramo e critica la scelta del consigliere comunale Graziano Ciapanna di non autosospendersi dopo la notizia dell’iscrizione sul registro degli indagati per l’appalto antincendio della Asl.

Questa mattina Manola Di Pasquale, Gianguido D’Alberto e Maurizio Verna hanno snocciolato i motivi, secondo il Pd, del fallimento dell’amministrazione Brucchi, puntando in primis il dito contro Ciapanna. «Ci saremmo aspettati un passo indietro da lui – ha affermato Manola Di Pasquale – O che almeno fossero il sindaco o il presidente del Consiglio Comunale Angelo Puglia a chiedergli di farlo. Io sono convinta che Ciapanna riuscirà a dimostrare la sua estraneità ai fatti, ma nel frattempo sarebbe stato meglio autosospendersi, anche perché si parla di presunti reati patrimoniali e non è la prima volta che si verificano questi rapporti economico-politici tra il Consiglio Comunale e la Asl. Basti pensare al sindaco Brucchi che è un dipendente Asl e presiede inoltre il Comitato di sorveglianza». D’Alberto analizza invece gli ultimi assestamenti di bilancio: «L’amministrazione Brucchi ha fallito in due punti essenziali promesse in campagna elettorale: la riduzione della spesa pubblica e il non aumento di imposte e tasse. Dal 2010 le spese correnti sono aumentate del 10% e non si tratta soltanto di prestazioni di servizi e per il sociale, ma anche di spese per il personale e per le utenze comunali. Sono aumentati anche i fitti passivi. Sul fronte delle entrate poi – ha proseguito D’Alberto – la pressione tributaria è cresciuta del 40%, aumentando da ultimo la sola cosa rimasta che era possibile aumentare: la Tia, con un 8% in più da pagare». E sulla lotta all’evasione fiscale, il Pd evidenzia come nel 2012 «siano stati recuperati solo 493 euro, a fronte dei circa 80mila di Pescara. Quello dell’amministrazione Brucchi è un bilancio fallimentare». Verna ha invece sottolineato la mancanza del SIT (Sistema Informativo Territoriale) «per avere un censimento dei beni dei privati e ridistribuire il carico fiscale».

 

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