“La questione Urologia” ha proseguito “è un danno sia per Teramo sia per gli studenti della facoltà di Medicina dell’Aquila. Qui le cose sono due: o Varrassi ha fatto un errore, oppure qua sta sbagliando mezzo Abruzzo. La mia impressione è che in questi anni alla Asl vada troppo di moda il motto “o con me o contro di me”. Tenendo conto che stiamo parlando di un’azienda pubblica, forse l’azienda pubblica per eccellenza, credo che siamo molto fuori dal seminato. Comunque un po’ di luce in fondo al tunnel pare esserci. Per la prima volta Varrassi pare aver stabilito un criterio, in base al quale i primari le cui unità hanno una elevata mobilità passiva se ne devono andare. A questo punto chiedo se questo sarà il criterio su cui misurare le decisioni della Asl, e mi aspetto di conseguenza che questa pubblichi sul sito tutti i dati relativi alla mobilità delle varie Unità del territorio. Ricordo sommessamente che i dati sulla mobilità, attiva o passiva che siano, non sono un segreto di Stato, ma qualcosa che dovrebbe essere pubblico già da tempo, in nome della trasparenza prevista per legge, e chiedo che in nome di questa trasparenza intervenga anche il commissario alla Sanità Gianni Chiodi. Visto il nuovo corso aziendalistico della Asl, ora mi aspetto che tutti possano leggere questi dati e capire in che modo funziona la nostra sanità, perché la nostra Azienda Sanitaria Locale non è l’azienda privata del dottor Giustino Varrassi”.