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Teramo, accolto il ricorso per decreto ingiuntivo presentato dalla Provincia contro Ministero dell’Interno e delle Finanze

Teramo. È stato accolto dal Tribunale di Roma il ricorso per decreto ingiuntivo presentato dalla Provincia di Teramo contro il Ministero dell’Interno e il Ministero delle Finanze per un importo di 15 milioni dui euro, i crediti vantati dall’ente per trasferimenti mai arrivati.

“Vince Davide contro Golia – è il commento del presidente Valter Catarra – e la notizia è tanto più importante perché questi sono soldi di cassa con i quali potremo pagare le imprese, far riaprire i cantieri fermi perché l’ente non poteva pagare le ditte. Sono soldi che andranno al territorio per tutto il pregresso che si è accumulato”.

I 15 milioni di euro del decreto ingiuntivo riguardano, infatti, somme impegnate nei precedenti bilanci per investimenti di varia natura, somme, quindi, coperte da assegnazioni dello Stato per trasferimenti dovuti ma mai arrivati nelle casse dell’ente.

Una strada, quella del ricorso per decreto ingiuntivo, suggerita per prima dall’UPI ma non seguita da tutte le Province.

Oltre a Teramo, al momento altre quattro amministrazioni provinciali hanno vinto la loro causa contro il Governo: si tratta di Treviso, Venezia, Padova e Savona.

“Noi abbiamo proceduto – spiega il dirigente del settore finanziaro dell’ente, Leo Di Liberatore – facendoci certificare il debito dallo stesso Ministero delle Finanze dopo una reiscrizione dei residui perenti”.

Questa operazione, ha sottolineato l’avvocato dell’ente Antonio Zecchino che ha esteso il ricorso, “ha reso più solida la nostra azione e sicuramente rende più complesso un eventuale appello da parte del Ministero”.

“Per noi è una grande soddisfazione – aggiunge Catarra -, primo perché possiamo pagare i fornitori e le imprese che aspettano da troppo tempo epoi perché questa sentenza è la dimostrazione che gli enti locali sono titolari di diritti che vengono continuamente calpestati dallo Stato centrale. Voglio ricordare che il 2 luglio si discuterà il nostro ricorso contro le riforme delle Province laddove si decreta che diventano enti di secondo livello senza per questo passare attraverso una revisione costituzionale”.

Altri sette milioni per i pagamenti alle imprese, infine,  arriveranno dalla cassa depositi e prestiti grazie al recente Decreto Legge sui pagamenti dei debiti della Pubblica Amministrazione: “Anche in questo caso abbiamo dovuto certificare il debito – chiosa il dirigente Di Liberatore – e contiamo di poter cominciare a pagare dopo il 15 maggio”