Roseto. “L’amministrazione Di Girolamo-Ginoble da qualche mese, attraverso i giovani del Partito Democratico, Simone Aloisi e Massimo Felicioni, si è lanciata in una vera e propria campagna elettorale delle promesse, che va dalla riduzione dell’aumento della Tari del 25%, vergognosamente aumentata dal Partito Democratico fino al 60% nel 2017, all’aumento dei posti di lavoro, con l’insediamento di nuove attività produttive nella zona dell’autoporto, l’abrogazione totale della tassa sui passi carrabili per il prossimo anno, per finire con le nuove piste ciclabili che dovrebbero collegare le frazioni della nostra città”.
La denuncia arriva da Casa Civica Roseto che “non ci sta a questo atteggiamento propagandistico della maggioranza in vista delle elezioni che sembra uno specchietto per le allodole per recuperare qualche punto percentuale” sottolinea il segretario cittadino Gabriella Recchiuti.
“Da marzo – continua – l’opposizione, e Casa Civica con i consiglieri Nugnes e Marcone in primis, è stata impegnata in una seria e fondata battaglia per scongiurare gli scellerati aumenti della spazzatura che hanno attanagliato i rosetani in questo anno. Ora le dichiarazioni del consigliere comunale Felicioni, che vediamo sempre più esposto in prima linea sui temi dei tributi e del bilancio e che per certi versi sembra volersi smarcare dall’operato dell’assessore preposto Frattari, non ci piacciono e i rosetani non sono così sciocchi da crederci. Come per l’autoporto, dove si annunciavano mesi fa nuovi importanti insediamenti produttivi non meglio identificati, la politica degli spot non ci piace. Bene avrebbe fatto questa maggioranza monocolore PD a prendere sul serio gli emendamenti delle minoranze presentati a marzo scorso, ad esaminarli attentamente nella loro sostanza e quindi ad approvarli, invece che dire un no aprioristico”.
“La via – aggiunge la segretaria – per evitare gli aumenti, e per prevedere in pochi anni anche una riduzione della Tari, la avevamo tracciata ed era percorribile. Ma il PD, per una scelta esclusivamente politica, ha aumentato le tariffe nel 2017, evidentemente per poi annunciare una possibile e parziale diminuzione, come oggi sta accadendo”.
“Se oggi credono di poter recuperare le risorse per il taglio degli aumenti dalla lotta all’evasione, evidentemente non tutti i crediti erano inesigibili come sostenuto dalla maggioranza e quindi non vi era l’obbligatorietà, secondo i principi contabili, di imporre l’aumento”, conclude la Recchiuti.