Nell’occasione, i rappresentanti sindacali della Cgil e della Cisl hanno ribadito la loro “diffida contro la strada degli avvisi pubblici imboccata da alcuni settori dell’ente: ci opporremo in tutte le sedi” hanno detto “e saremo molto vigili su queste selezioni che prevedono un’ulteriore precarizzazione dei rapporti di lavoro obbligando chi vi volesse partecipare all’apertura delle partite Iva”.
Dopo una lunga riunione, ieri pomeriggio, con i capigruppo della Provincia, nella prima parte a porte chiuse il presidente ha mostrato tutta la documentazione relativa alla società in house, Catarra, l’assessore alle Politiche del lavoro, Eva Guardiani e gli stessi capigruppo di maggioranza e minoranza (erano presenti Enrico Mazzarelli, Flaviano Montebello, Mauro Sacco, Renzo Di Sabatino, Ugo Nori, Riccardo Mercante, Giuseppe Di Febo e il presidente del Consiglio, Mauro Martino) hanno incontrato i lavoratori e i rappresentanti sindacati, Fabio Benintendi e Alberico Maccioni della Cisl e Monia Pecorale della Cgil.
Il presidente Catarra, che dopo le dimissioni dell’amministratore unico, Venanzio Cretarola deve nominare i nuovi vertici societari, non ha escluso la possibilità che, anche attraverso un pronunciamento del Consiglio, la Teramo Lavoro possa riprendere la sua attività. “E’ una società sana, senza debiti e il suo obiettivo, oggi forse è più chiaro a tutti, è sempre stato quello di garantire servizi e livelli occupazionali. Sulla Teramo Lavoro troppe persone hanno dato una rappresentazione parziale dei fatti scatenando una situazione conflittuale con risultati drammatici ma non ho alcun dubbio, anche sulla base dei numerosi pareri tecnici che stiamo acquisendo, che gli aspetti oggi controversi saranno tutti chiariti. Nel frattempo, prendendo atto delle richieste dei sindacati, dei lavoratori e anche della minoranza e ritenendo, sul piano personale e politico, che non è accettabile mandare a casa oltre un centinaio di persone senza aver prima esperito tutti i tentativi, chiederò un’assunzione di responsabilità anche alla struttura amministrativa dell’ente affinchè si arrivi al più presto ad una determinazione”.
La minoranza, intanto, ha chiesto che si porti in Consiglio un atto di indirizzo per continuare a conferire i servizi strumentali alla Teramo Lavoro: “nominando un dirigente alla guida della società senza alcun costo aggiuntivo, internalizzando quindi le spese di gestione perché anche i dirigenti si assumano le loro responsabilità. E bisogna riunire attorno ad un unico tavolo Regione, Provincia e sindacati perché ci sono nodi in questa vicenda che solo la Regione Abruzzo può sciogliere” ha affermato Renzo Di Sabatino del Pd.
Sul tappeto ci sono le risorse vantate dalla Provincia nei confronti della Regione Abruzzo – in particolare quelle della programmazione del Fondo Sociale Europeo, sia della vecchia programmazione sia della nuova – che del Governo (il Ministero dell’Interno, Ufficio trasferimenti ordinari agli enti locali e risanamento enti locali dissestati, ha formalmente attestato che l’ammontare complessivo dei trasferimenti erariali ancora spettanti a favore della Provincia per gli anni 2012 e precedenti è pari a complessivi euro 14.915.519). La Giunta ha quindi deliberato affinchè si proceda per le vie giudiziarie nei confronti del Governo per recuperare le somme dovute mentre si è in attesa di conoscere i tempi con i quali la Regione provvederà a trasferire quelle del del Fondo sociale che, solo per quanto riguarda la nuova programmazione (circa 800 mila euro), sono collegate alla presentazione di un nuovo progetto da parte del settore Lavoro della Provincia.
Oggi, quindi, sarà fatto un “interpello” formale ai dirigenti per la presentazione di candidature a ricoprire l’incarico di amministratore unico. Le candidature dovranno essere presentate entro domani pomeriggio.
“Faccio rilevare” ha concluso Catarra “che pur nella complessità della situazione, vengono al pettine molti nodi e fra questi quelli riguardanti gli obiettivi della società così come quelli relativi alle supposte procedure di stabilizzazione o assunzione dei precari storici della Provincia nel 2009, quando ci siamo insediati. Questa strada, che pure la Giunta aveva provato a perseguire, ha sempre avuto il parere contrario dei dirigenti sulla base delle disposizioni legislative. Oggi tutti mi chiedono di mantenere la società in house riconoscendo che è lo strumento più adatto per garantire i servizi e per provare a salvaguardare la continuità di lavoro ai professionisti che da decenni a vario titolo collaborano con la Provincia. Se anche questo riconoscimento fosse arrivato prima magari ci saremmo risparmiati qualche problema di troppo”.