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Vicenda Varrassi, Ruffini e Di Luca (Pd): altro che premio. Andrebbe mandato a casa

Varrassi-GiustinoVarrassi-GiustinoTeramo.”È chiaro che le vicende giudiziarie del manager Varrassi incidono sulle scelte della sanità teramana”. È quanto ha dichiarato il consigliere regionale del Pd Claudio Ruffini, dopo che il gip del tribunale di Teramo ha respinto la richiesta d’arresto chiesta dalla Procura per il direttore generale della Asl a seguito della vicenda del presunto uso personale dell’auto blu dell’azienda sanitaria.

 

“Il dato inequivocabile è che Varrassi ha problemi con la giustizia – ha proseguito Ruffini – Mai come adesso la direzione generale della Asl di Teramo si è vista implicata in vicende giudiziarie. Tutti i programmi annunciati da Varrassi (medicina sul territorio, abbattimento liste di attesa..etc) non si sono concretizzati. Abbiamo invece al contrario un aumento della mobilità passiva, tempi di attesa per esami specialisti vicino ai 1000 giorni, la chiusura del laboratorio oncologico, ed alcuni tra i migliori professionisti che decidono di andare via da Teramo, come il dott. Mazzola.”

“La vicenda giudiziaria di Varrassi – ha proseguito Ruffini – assieme a quella che vede coinvolto Pierangeli all’Ater di Teramo, dimostrano l’arroganza nel gestire il potere del Pdl teramano. Così come è ormai chiaro a tutti che questi uomini messi al comando da Chiodi e maggioranza non siano affatto indipendenti e imparziali. Anzi, sono totalmente asserviti al sistema e funzionali al mantenimento di certi equilibri. Altro che premio!!! Varrassi dovrebbe essere mandato immediatamente a casa.”

“Al di là della questione dell’arresto, la cui competenza spetta ovviamente ai giudici, è chiaro che Varrassi ha avuto un comportamento poco consono, e il fatto che abbia deciso di rinfondere quanto dovuto dimostra implicitamente che sono state fatte cose che non dovevano esser fatte”, ha invece commentato il consigliere regionale Giuseppe Di Luca. “Varrassi parla della sua buona fede, ma non deve essere lui a valutarla – ha aggiunto – Avere un direttore generale indagato per varie questioni è chiaro che mina la direzione generale della sanità della nostra provincia. Siamo molto preoccupati, e quanto avvenuto è l’ulteriore prova, se ne servivano altre dopo la tragedia delle liste di attesa, che Chiodi non deve assolutamente premiare questo direttore generale”.