Tortoreto, senso di marcia sottopasso Carducci e viabilità: Pd chiede consiglio comunale

carducci_tortoretoTortoreto. Un consiglio comunale tutto dedicato al sottopasso di via Carducci e alla viabilità del centro cittadino. Il proposito viene anticipato da Mauro Di Bonaventura, segretario del Pd di Tortoreto, nel contesto della discussione in atto sul nuovo piano urbano del traffico e l’imminente apertura al traffico delle auto del nuovo sottopasso, soprattutto su quello che sarà il senso di marcia.

 

Nel corso di una delle ultime assemblee del piano traffico, infatti, da parte dei residenti che gravitano nella zona del sottopasso di via Carducci sono state evidenziate delle criticità sul senso di marcia una volta che il tratto carrabile sarà aperto al traffico veicolare. “ Il nuovo sottopasso” sottolinea Di Bonaventura, “ oltre alle criticità evidenziate dai cittadini in fatto di viabilità, ora che é ultimato mette in evidenza tutte le criticità, la pericolosità e la bruttezza dell’opera. Il grande rammarico di questo progetto é l’incompiuta che avrà questa colata di cemento in quanto la strada che doveva creare una via d’uscita per le palazzine rosa realizzate a nord del sottopasso, non é e non sarà ultimata e soprattutto, con l’abbattimento della stazione, il sottopasso avrebbe potuto avere sicuramente una dimensione tale e quale a quello di via Trieste, senza costi aggiuntivi per le casse del Comune, circa un milione di euro. Come era stato previsto nei progetti preliminari”. Una stilettata arriva anche sul modo con il quale vengono promosse e tenute le assemblee sul piano urbano del traffico. “Gli intenti di questa amministrazione non sono quelli legati alla democrazia partecipata”, aggiunge, “ ma a tutt’altro. I cittadini, infatti, vengono chiamati dalla maggioranza ad assistere e non per essere protagonisti; non appena la discussione è contraria al pensiero “dei professori”, la riunione si chiude bruscamente”. Poi arriva un consiglio sarcastico alla maggioranza:” Se per tre anni non avete voluto la trasparenza della macchina amministrativa, ora lasciate perdere l’uso della democrazia partecipata, perché non è nella vostra cultura: non siete capaci di ascoltare i cittadini e vi arrabbiate quando ormai i gli stessi non vi vogliono ascoltare più e non condividono i vostri intendimenti”.

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