Teramo, Riccardo Mercante sbatte la porta e lascia l’Italia dei Valori

mercante_riccardoTeramo. Riccardo Mercante da oggi ha deciso di viaggiare in solitaria e di condurre le sue battaglie da solo. Non cambia molto, in realtà, visto che così è sempre stato da quando è stato eletto come consigliere provinciale nelle fila dell’Italia dei Valori.

“Le mie battaglie le ho sempre portate avanti da solo e le iniziative sono partite sempre dal sottoscritto”. La differenza è una e di certo non di poco conto: Riccardo Mercante ha rassegnato le sue dimissioni da membro del coordinamento provinciale di Teramo, da quello cittadino di Giulianova ed ha revocato la sua iscrizione al partito.

“Sono stato eletto per la prima volta nel 2009” racconta “e ho sempre creduto in un Idv che si è definito un baluardo in difesa di principi come legalità e trasparenza. In realtà, l’esatto opposto di quello che ho trovato”.

Mercante si scaglia, dunque, contro i vertici locali di partito e parla a ruota libera leggendo una sorta di “testamento politico”, perché “non vuole tralasciare nulla”. I sassolini nella scarpa ci sono e non ha alcuna intenzione di lasciarli lì. E punta il dito contro gli “slogan ad effetto ai quali non seguono comportamenti consequenziali”, contro quella “gestione interna verticistica che nega qualunque pensiero critico”, contro la totale assenza dell’Idv provinciale, “sempre più lontano dal territorio”. Principale “imputato” della disfatta del partito a livello locale, il segretario provinciale, Augusto Di Stanislao. “La sua proposta congressuale” tuona Mercante “è rimasta un libro dei sogni”. Troppa incoerenza secondo l’ex dipietrista, troppa gente che “predica bene e razzola male”.

E di esempi a sostegno della sua tesi ce ne sarebbero diversi. Pensiamo solo alla battaglia portata avanti dall’Idv contro i doppi e tripli incarichi in politica. “Peccato che Di Stanislao sia contemporaneamente segretario provinciale di partito, deputato in Parlamento, commissario in Puglia e consigliere comunale”. Decisamente troppi. O, ancora, pensiamo alla più recente battaglia per l’abolizione dei finanziamenti pubblici ai partiti. “Sbaglio o stiamo parlando dello stesso partito che l’anno scorso aveva votato a favore? E sbaglio o Di Stanislao è proprio tra quelli che avevano firmato addirittura per il raddoppio?”.

Gli interrogativi che Mercante pone sono tanti, ma ha voluto racchiuderli in tre fondamentali domande, che gira al presidente Antonio Di Pietro, al segretario regionale Alfonso Mascitelli ed al capogruppo Idv in Regione, “l’amico”, come lo definisce lui stesso, Carlo Costantini.

1. l’Idv sta lanciando a squilli di tromba il referendum per l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Avete spiegato ai cittadini che con la raccolta di 500mila firme intascate 260mila euro, ossia 0,52 euro a firma? Nelle ultime elezioni politiche, l’Idv ha ricevuto dallo Stato rimborsi elettorali per 21,649milioni di euro, ma ha dichiarato 4,451 milioni di spese, dei quali solo 3.340 accertati. Perché i 18,309 milioni di euro che ha nelle casse del partito non li restituite allo Stato, cioè ai cittadini?

2. L’Idv tuona in difesa delle fasce deboli e degli operai e si scaglia contro le istituzioni finanziarie e i poteri forti delle banche. Perché allora una banca l’avete fondata tramite il vostro deputato pseudo presidente-fondatore Augusto Di Stanislao?

3. A giugno decade, come da regolamento congressuale, la segreteria provinciale eletta nel 2010 e bisognava rifare il congresso provinciale che avrebbe permesso democraticamente un ricambio generazionale ed il pensionamento definitivo del duo in carica Sacco-Di Stanislao. Nonostante reiterate richieste del sottoscritto e di altri consiglieri comunali di Teramo, perché non consentite il regolare svolgimento?

Tre semplici domande, alle quale i vertici locali e nazionali sono chiamati a rispondere. Se lo faranno o meno, si vedrà nei prossimi giorni, quando sarà il turno delle reazioni. Ad oggi, il fatto resta uno: Riccardo Mercante va via, ma non lascia il consiglio provinciale. “Resterò come gruppo indipendente, perché voglio portare a termine il mio lavoro e sostenere altre importanti battaglie per il territorio”. A testa alta e con i piedi ben saldati a terra.

 

Marina Serra

 

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