Giulianova. “Ricordate i versi di una canzone di Antoine degli anni ’60? “Tu sei buono e ti tirano le pietre, sei cattivo e ti tirano le pietre, qualunque cosa fai, dovunque te ne vai, tu sempre pietre in faccia prenderai”. Ebbene, questo è il ritornello, il refrain quotidiano, del Cittadino Governante. Quando giudica l’operato dell’amministrazione Comunale non trova mai nulla di buono a prescindere confermando che, oggi come ieri, le critiche sono strumentali e per partito preso”.
Lo ha ribadito l’assessore alla trasparenza, Archimede Forcellese precisando che “quella del sondaggio deliberativo non è una “scaltra e demagogica mossa”, come definita con disprezzo dal Cittadino Governante, ma il primo vero caso di applicazione di uno strumento di democrazia partecipativa, non solo nella nostra città ma nell’intera Regione. Tutti possono consultare, a tal proposito, nel sito web del Comune (www.comune.giulianova.te.it), il progetto e le regole. A garanzia dell’imparzialità il sondaggio sarà condotto da una Associazione esterna all’amministrazione comunale, il cui Presidente, Carlo Di Marco, Docente di Diritto Pubblico presso l’Università di Teramo, è uomo al di sopra delle parti. Ma molto altro accadrà nelle prossime settimane per favorire ancor più la partecipazione popolare; sarà portato all’attenzione del Consiglio Comunale il regolamento della partecipazione, la cui bozza è già pronta, che normerà tutti gli strumenti previsti nello statuto. È vero, c’è stato un ritardo nell’attuazione dei comitati di quartiere ma l’approvazione del regolamento consentirà a Giulianova di diventare una città modello dal punto di vista della partecipazione”.
Forcellese definisce infondate le accuse del Cittadino Governante: “se quello realizzato nello scorso mese di ottobre dall’associazione è il bilancio partecipativo, allora questi signori non si sono neppure documentati sulla modalità di applicazione di tale strumento, molto complesse ed articolate, che non possono di certo risolversi in una semplice riunione. Quella si che è stata una pura trovata propagandistica che non rende ragione delle difficoltà da affrontare nella preparazione del bilancio comunale, accentuate dal non facile momento economico e dall’incertezza del quadro normativo. Non si può giocare in maniera così superficiale su un argomento tanto importante, la priorità delle priorità degli Enti Locali. Infine, è deplorevole e al tempo stesso diffamatoria nei confronti del Presidente del Consiglio Comunale, l’accusa di non concedere al Consigliere del Cittadino Governante il tempo necessario per esporre le proprie proposte nella massima assise civica. Lì i tempi sono stabiliti da un regolamento ed il Consigliere Arboretti si distingue, il più delle volte, per il superamento del limite consentito. Altro è il possesso del dono della sintesi che dovrebbe appartenere ad un politico navigato come Arboretti. Altro ancora è l’avere una rappresentanza meno numerosa e quindi meno voce in Consiglio Comunale rispetto ad altri gruppi, ma questo dipende dal consenso che il Cittadino Governante non ha ottenuto nel 2009. O anche questa – conclude Forcellese – è una colpa da attribuire all’amministrazione Mastromauro?”
Le precisazioni del presidente dell’associazione Demos. “L’avvio delle pratiche del Sondaggio deliberativo a Giulianova ha destato un primo fiorire di commenti e si è aperto un dibattito. È un primo risultato! Parlare di democrazia (come farla, come organizzarla, con quali tecniche, con quali modalità ecc..) è già democrazia! Ma proprio per questo e per le sue stesse finalità la nostra associazione ha il compito di dare ulteriori elementi e, se consentito, qualche orientamento. Fra questi necessita, ci sembra, qualche chiarimento concettuale e metodologico. Tutto il resto verrà strada facendo. Gli strumenti della partecipazione locale appartengono a due categorie: quella degli strumenti aventi una base giuridica poiché previsti e disciplinati dalle fonti normative comunali (Statuto e regolamenti); quella degli strumenti che non hanno questa base (almeno nel nostro Comune), come i sondaggi deliberativi, le giurie dei cittadini, i dibattiti pubblici, le conferenze dei cittadini e via elencando. Tutti gli strumenti appartenenti alle due categorie, quando attivati, concorrono a sostanziare il principio di sovranità popolare poiché presuppongono e prevedono l’intervento dei cittadini nelle decisioni politiche degli organi istituzionali. Entrambe le categorie contengono strumenti di partecipazione che presentano un altro carattere comune: sono opinabili. Tutti! Essi, come qualsiasi fenomeno coinvolgente svariate collettività, presentano profili che possono essere criticati da molti punti di vista. È evidente che non lo sarebbero se non fossero attivati, sicché la soluzione sarebbe proprio nel non attivarli ma siamo persuasi, lo abbiamo detto, che parlare di democrazia e dei suoi strumenti anche criticandoli, sia già democrazia! C’è un altro aspetto che accomuna tutti gli strumenti di partecipazione sopra richiamati: essi posso essere attivati anche dalla società civile e dalle sue libere forme associative. Compresi i partiti politici e le associazioni. Pertanto la creazione di un contesto di democrazia partecipativa che sicuramente è da costruire nella nostra Città, non è esclusivo compito della classe politica che governa, ma lo è anche della classe politica che non governa e di quella che neanche appartiene ai consessi istituzionali cittadini. Ne discende che attivare e far funzionare gli strumenti della sovranità popolare è un compito comune a tutta la classe politica. E un processo partecipativo meriterebbe di essere appoggiato e orientato a prescindere. Un discorso a parte meritano gli strumenti previsti dallo Statuto. Fino all’approvazione del regolamento di partecipazione, essi risultano ingessati e quindi inutilizzabili, ma l’approvazione del regolamento di partecipazione è un adempimento di legge, sicché sarebbe anche compito dei partiti (tutti) e delle formazioni sociali della Città pretenderne l’approvazione e l’entrata in vigore. Sembra evidente che il silenzio della maggioranza in tal senso sia certamente colpevole, ma anche quello delle minoranze e di tutte le formazioni politiche che operano nel tessuto sociale della collettività. Queste ultime, infatti, tacendo a loro volta si rendono un po’ complici della mancata approvazione di questo fondamentale strumento normativo. A Giulianova, cosa rarissima in tutto il centro-meridione dell’Italia, il regolamento in questione sta per essere portato in Consiglio comunale su iniziativa della maggioranza. Mi pare che sia un ottimo segno di innovazione che tutte le formazioni sociali e politiche dovrebbero salutare come un grande e qualificante punto di partenza.
Ultima considerazione di carattere concettuale sul bilancio partecipativo. Questo è un processo attraverso il quale la popolazione interviene annualmente in maniera diretta in varie fasi del percorso decisionale sull’utilizzo delle risorse dell’Amministrazione comunale (si richiama qualche autore: p. tutti, Bobbio, Allegretti, Carli, Sullo, Di Marco). Un’area deliberativa che ha il suo centro nell’importante ruolo di controllo e proposta svolto dai cittadini sui diversi documenti di bilancio. Solitamente, come è noto, l’intervento dei cittadini si concentra sui principali strumenti del bilancio: la Relazione previsionale e programmatica come principale documento politico, il Piano delle opere pubbliche, i Piani esecutivi di gestione. Esso si articola in tre fasi: la prima (marzo/giugno) attraverso assemblee aperte a tutti; la seconda (luglio/agosto) si articola in attività più specialistiche (tavoli di lavoro) nelle quali si attivano rappresentanze elette dalle assemblee della prima fase; nella terza (settembre/dicembre) i rappresentanti eletti nella prima fase ridiscutono la scala delle priorità e insieme agli organi istituzionali del Comune scrivono la proposta di bilancio preventivo e la relazione previsionale e programmatica. Come si vede, il Bilancio partecipativo non si risolve in un’assemblea dei cittadini per quanto affollata essa possa risultare. In riferimento a questo argomento, tuttavia, lo Statuto del Comune di Giulianova prevede le procedure di bilancio partecipativo all’art. 9, 2° co. e la bozza di regolamento di partecipazione, sulla quale abbiamo avuto il piacere e l’onore di lavorare, all’art. 86 prevede e disciplina i percorsi di bilancio partecipativo. Detto questo, con la convinzione di aver dato un utile contributo, si resta a disposizione di tutte le forze politiche e sociali che vogliano richiedere l’intervento della nostra associazione per approfondimenti, studi e seminari sulle tematiche e sulle pratiche della partecipazione e della democrazia”.
Carlo Di Marco