Pineto. “Il Presidente del Parco non aveva perso l’occasione per bacchettare chi, come ampiamente sostenuto da noi di Pineto 2.0, si era permesso di sollevare dubbi su un Regolamento nato male e che rischia di finire peggio”.
Lo ha denunciato il Movimento Pineto 2.0, aggiungendo che “nel frattempo i balneatori di Silvi, a quanto pare, hanno presentato ricorso, consapevoli del fatto che un Regolamento Ministeriale non può essere modificato con un ‘editto’, mentre quelli di Pineto, chiaramente ingannati, non hanno fatto nulla e possono solo sperare che il ricorso dei colleghi venga accolto.
Tuttavia il Consorzio di Gestione del Parco ha riconosciuto i grossolani errori contenuti nel Regolamento Esecutivo fatto approvare dal Ministro dell’Ambiente e ora cerca affannosamente di rimediare. Osservando dal sito del Coges Amp, si legge di un ‘Disciplinare attuativo del Regolamento’ proposto dal presidente e dal direttore (Cantarini/Vallarola). I due, con la scusa di interpretare e attuare il decreto ministeriale di approvazione del Regolamento di Esecuzione ed Organizzazione dell’AMP, s’inventano di tutto: nuove tasse e balzelli, norme di favore per gli amici, abrogazione di sanzioni, disapplicazione per altre… Insomma un vero e proprio Editto (Cantarini-Vallarola) in grado di modificare ad uso e consumo un regolamento firmato dal Ministro dell’Ambiente e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana”.
La neonata associazione pinetese fa alcuni esempi: “hai un cane? Se puoi permetterti sdraio e ombrellone presso una concessione balneare puoi portare il tuo Fido al mare; se sei un poveraccio che va in spiaggia libera il cane lo lasci a casa. Non solo. Il cane lo puoi portare lungo la passeggiata in mattonelle che costeggia la pineta (pare sia fuori dall’AMP), ma non puoi attraversare la pineta. E se vuoi attraversarla per andare al mare? Non si può, non l’hanno previsto, salvo organizzare un servizio aereo (a pagamento, ovvio) che permetterà al tuo Fido di raggiungere l’agognata spiaggia. Però se invece di un cane hai un cavallo (va bene anche un pony) puoi fare quello che vuoi. Vuoi fare un po’ di pesca sportiva, qualche foto in Pineta oppure qualche immersione col respiratore? Lo potrai fare solo dopo aver pagato un comodo e costoso abbonamento. Svaghi su cui i turisti e i cittadini finora non hanno mai pagato. Naturalmente non ci sarà possibilità di consumare un panino veloce sotto la pineta; non lo puoi fare più. Non è prevista nemmeno alcuna soluzione per consentire a chi non ha i soldi per mangiare presso il ristorante di un lido di usufruire delle bellezze naturalistiche di Pineto. Con l’Efitto è previsto l’aggiramento della norma sui rumori dannosi per flora e fauna, con buona pace del silenzio immaginato dal Nuovo Regolamento. Hanno scritto che si applica il piano anti-rumore del Comune che non prevede per spiaggia e pinete particolari tutele. E se il fratino nidifica in un raggio inferiore ai 25 metri da una concessione balneare? La disposizione consiglia di non usare il centimetro; si fa finta di niente e tutto è apposto. Insomma, come spesso accade nel nostro Paese, ‘fatta la legge trovato l’inganno’. Noi non abbiamo nemmeno immaginato di spingerci sino ad una tale condotta, immaginavamo solo la necessità di disciplinare con meccanismi condivisi, trasparenti e meno onerosi il patrimonio naturale da sempre liberamente goduto dai cittadini e turisti di Pineto”.
Ironicamente Pineto 2.0 spiega come tutto esempi sembrano “una favoletta, ma queste e altre amenità sono il corpo di una proposta su cui è stato chiesto il nulla-osta ministeriale. Il Regolamento del Ministro, così come fatto approvare, diviene carta straccia. Con questo Disciplinare, pensano così di danneggiare quelli che hanno fatto ricorso e premiare quelli che hanno abbassato la testa e sono stati fermi. Hanno cercato di dare un colpo al cerchio ed una alla botte, riuscendo alla fine a scontentare tutti e soprattutto a danneggiare in modo forse irreversibile la stessa Area Marina Protetta del Cerrano che rischia di diventare (se non lo è già) la barzelletta d’Italia”, concludono.