“In tre notizie dell’ultima settimana”, scrive infatti Pomante, “c’è tutta la sintesi del ‘requiem per le terre teramane’: dapprima la Giunta a 9 o a 10, con i ‘cinici’ che mettono da parte progettualità innovative, politica di qualità e giunta a 5 (massimo a 6), pur di avere il loro spazio, quindi l’investitura ufficiale di Brucchi al Parlamento da parte di Forza Italia, infine l’accordo Gatti-Ginoble-Mariani per i vertici del Bim”.
Secondo il consigliere di opposizione, infatti, “Brucchi e Gatti hanno bisogno di consensi, per Tancredi si vocifera da tempo di un incarico presso un’Authority in cambio del suo seggio, Mariani e Ginoble devono rafforzarsi per le rispettive poltrone, ed ecco che l’asse sinistra-centro-destra è servito, con buona pace dei cittadini, delle ideologie, dei movimenti civici”.
Per Pomante, infatti, sono inutili i tentativi del sindaco di cercare fondi nazionali ed europei, visto che per il loro mancato utilizzo si arriva a restituire oltre l’80% dei finanziamenti, se mancano le idee e la capacità di realizzare i progetti. Anche perché, in previsione della sua probabile candidatura alle politiche del 2018 si dovrà dimettere entro gennaio prossimo, “abbandonando la città al suo destino”.
Ma le critiche di Pomante sono anche contro Gatti che, “dopo una duplice legislatura regionale fatta di precarietà (per gli altri), accetta di buon grado di sacrificare l’assessore all’indifferenza Francesca Lucantoni, ormai sistemata altrove, dando soddisfazione, per qualche mese, ad altri stretti collaboratori, e stringendo sul Bim un patto di non belligeranza con Ginoble (con la benedizione di Mariani, che consolida la sua posizione regionale), affinché ognuno possa coltivare il suo orticello senza darsi reciprocamente fastidio”.
E non manca la stoccata al Pd teramano, “che ancora una volta – dopo aver attaccato l’unico movimento davvero civico e leale – si sta dividendo in due, forse in tre, per perdere le nuovamente le elezioni, in favore del centro destra”. Per Pomante, infatti, l’accordo tra Gianguido D’Alberto e Giovanni Cavallari, messi invece l’uno contro l’altro, sarebbe l’unica possibilità per il Pd di vincere.
E invitando i giovani ad andare via per cercare nuove opportunità e i diversamente giovani a preparasi a resistere, Pomante continua “Qui, per i prossimi anni, ci saranno soltanto lacrime e sangue, fatica e sudore, per quanti vorranno impegnarsi nella rinascita del nostro territorio. Per tutti gli altri, ottusi che continuano a votare gli stessi devastatori di professione che oggi tornano a chiedere voti, il menù offre psicofarmaci, gioco d’azzardo, alcool e droga, oppure la prostituzione, a testa bassa, al soldo del signorotto di turno, che dispenserà qualche briciola a vassalli, valvassori, valvassini e servi della gleba, continuando a prosperare ai loro danni”.